Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Fotografia a colori di un mondo che stava per morire. Istantanea di un passato che non si nega una lettura del presente prima che la storia si annulli nella unicità borghese nella sua capacità di inglobare le altre classi alte e basse aristocratiche e popolari. Visconti aveva esordito aprendo una nuova era per il nostro cinema , aveva riportato al centro una realtà ambientale e vitale che rifiutava definitivamente i telefoni bianchi e gli amori scontati. Visconti non amava la borghesia perchè amava l'estremismo dei sentimenti , amava l'Ottocento mitteleuropeo, amava la perfezione dell'arte non ammetteva pressapochismi e mezze misure.La storia dell'Ottocento sarà fatta dalle persone dalle loro passioni dalla loro capacità di affrontare la vita come in un teatro portando alle estreme conseguenze le loro idee politiche o sentimentali e quando le sconfessino sono pronti a pagarne le conseguenze. Volendo essere obiettivi non ci sono aggettivi per la recitazione di Alida Valli, patriota risorgimentale pronta a sacrificare suo marito decisa a lasciare la vita coniugale e a sacrificare la lotta rivoluzionaria del cugino per far scampare la guerra al suo tenente austriaco. Il finale sarà nero quando scoprirà la verità sul suo amante il suo essere un disertore e un delatore, deciderà di denunciarlo ai suoi superiori e condannarlo alla fucilazione. La donna tradita e traditrice non può più essere utile alla lotta del cugino così come appare inutile un ritorno dal marito, l'ultima sua immagine non può che essere quella di una amante sull'orlo dela pazzia che grida il nome del suo Franz. Un film che riempe lo schermo che da un senso alla parola melodramma che sfrutta tutte le possibilità estetiche e cromatiche, i colori accesi nei momenti della passione , il nero nel finale. Il paesaggio del Veneto non sarà mai più così protagonista eccessivo e espressivo palco e natura.
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