Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
VOTO 10/10 Capolavoro di Visconti e uno dei grandi film della storia del cinema italiano. Film di eccezionale bellezza figurativa in cui il regista si confronta con la Storia italiana in uno dei suoi momenti cruciali come il Risorgimento (che tornerà anche nel Gattopardo), offrendone una lettura lucida e spietata e portando ad un livello di notevole raffinatezza formale il suo gusto per vicende melodrammatiche barocche e dal sapore decadente. Tra le sequenze memorabili da citare almeno la scena iniziale al Teatro La Fenice, la passeggiata notturna di Livia e Franz per le calli veneziane e le sequenze di battaglia fra italiani e austriaci, figurativamente ispirate alla pittura dei Macchiaioli. Alida Valli fornisce la sua più grande interpretazione di sempre nei panni della contessa Serpieri, all'insegna di una dolente tragicità; sorprendente al suo fianco l'americano Farley Granger, di inedito spessore drammatico soprattutto nel lungo monologo di Franz che insulta Livia per averlo convinto a disertare l'esercito e averlo reso un vigliacco. Tutte le componenti del linguaggio cinematografico trovano un'armonica fusione nella visione del regista, che abbandona con questo film il neorealismo per rivolgersi a quello che da alcuni fu definito "realismo storico" o "realismo critico": in ogni caso, una concezione cinematografica molto distante da quella neorealista, anzi, per certi versi quasi la sua antitesi, poichè fortemente influenzata dal melodramma e dall'opera lirica. Meno conosciuto all'estero del Gattopardo, ma giustamente esaltato da molti critici fra cui i francesi Jacques Lourcelles e Georges Sadoul. Le accuse di essere un film disfattista, anti-patriottico e compiaciuto dello squallore morale dei protagonisti sono quanto di più lontano dalla realtà: invece, Visconti riesce a trovare accenti di insospettabile lucidità e rigore nel ritratto di un'aristocrazia decadente e ormai anacronistica destinata a scomparire in breve tempo.
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