Regia di Joss Whedon vedi scheda film
Riassumendo: ci sono gli Avengers di The Avengers (Iron Man, Capitan America, Thor, Hulk, Vedova nera e Occhio di falco) e per ognuno di loro una divagazione nella profondità di memorie e paure, impalcature di spessore psicologico, soprattutto per gli ultimi tre, che (ancora?) non possiedono un franchise dedicato. Ci sono le conseguenze della caduta dello S.H.I.E.L.D. e qualche rimasuglio dell’HYDRA. C’è un nemico poderoso (l’Ultron del titolo), immateriale e artificiale come si conviene a questi tempi impalpabili, ma testardamente affamato d’un corpo, oltre che di passione distruttiva. Ci sono i fratelli Pietro e Wanda Maximoff, anche noti (agli esperti) come Quicksilver e Scarlet Witch, che qui si chiamano “potenziati”, perché i diritti dei mutanti ce li ha (per ora?) la Fox. C’è la Visione. Ci sono “nuovi” Avengers. Un’apertura in pianosequenza che afferra lo spettatore e lo tira dentro come nelle pagine di un fumetto, un finale grandioso come prescrive la ricetta del cinecomix. C’è tanta carne al fuoco, in Avengers: Age of Ultron (compreso un rovinoso e divertente duello Hulk/Iron Man), che è forse il primo capitolo del Marvel Cinematic Universe nella scomoda posizione di dipendere da ciò che l’ha preceduto e da quel che seguirà. Le risate a cuor leggero del primo The Avengers ne escono sacrificate, ma tutto il resto fila in un equilibrio mirabile, che durante la proiezione neanche si nota e alla fine, a ripensarci, impressiona.
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