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Trash

Regia di Stephen Daldry vedi scheda film

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La recensione su Trash

di supadany
6 stelle

Trash è un film controverso, diretto con sicurezza e stile, affronta un argomento tosto, senza comunque risparmiare inumana violenza, ma ovviamente è anche impossibile pensare che possa andare letteralmente a fondo di quello scorcio di paradiso/inferno che affronta.

Assume così note a volte dal gusto un po’ troppo semplicistico, o se preferite macchiettistico, ma non difetta nemmeno nell’offerta di scene dall’indubbio effetto.

Mentre come ogni giorno della loro vita, privata della gioia fanciullesca, scavano tra i rifiuti, Rafael e Gardo trovano un portafogli con dei soldi, ma soprattutto contenente dei dettagli che qualcuno vuole far scomparire nel nulla.

Vengono presto braccati dalla polizia corrotta, ma non demordono nel voler scoprire cosa ci si celi, aiutati da due missionari volonterosi (Rooney Mara e Martin Sheen) e dalla gente comune che odia le forze dell’ordine, imbottite di compensi illeciti.

C’è sempre una possibilità e una giustizia, basta crederci.

 

Rickson Tevez, Eduardo Luis

Trash (2014): Rickson Tevez, Eduardo Luis

 

Tra un Mondiale di calcio e un Olimpiade - roba che una nazione evoluta, non certo la nostra, sfrutterebbe per generare anni di benessere – troviamo un Brasile esteticamente addolcito da una cura espositiva un po’ promiscua, generosa verso lo sguardo, ma moralmente deviato al punto di generare repulsione.

In tutto e per tutto, parte il tifo per questo trio di Goonies che scelgono di crescere, più o meno volontariamente, prima del tempo, tra povertà e spazzatura, rovesciata sopra di loro come se non ci fosse un domani.  

Veloce nelle scorribande tra le favelas, chiaramente la visione formato ragazzino pone dei limiti oggettivi, con qualche escursione oltre (una scena di violenza fa davvero impressione), ma soprattutto dà il là a un’avventura che non possiamo immaginare finire male o troppo diversamente da quanto poi accade .

Un limite probabilmente precostituito e inevitabile, ma anche oggetto che demarca l’opera che, dopo alcuni tratti anche molto adulti e negativi, rischia di diventare fin troppo favolistica.

A ogni modo, il trio di ragazzini ha una naturalezza incredibile (d’altronde quello sono, aspetto che ha complicato le riprese) mentre Rooney Mara ha un’espressione angelicata e Wagner Moura è nuovamente, e ancor di più, un brasiliano per bene.

Tutto questo per un titolo capace di tutto e del suo contrario, tra slanci e contrazioni, inevitabilmente il giudizio così finisce per essere stretto tra due morse dalle quali trovo difficile poterne uscire.

Comunque, le tracce di cinema sono abbondanti.

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