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Trash

Regia di Stephen Daldry vedi scheda film

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La recensione su Trash

di mc 5
10 stelle

Che bello quando vai al cinema senza aspettarti grandi cose, magari qualcosa di carino sì, come è stato il mio approccio in questo caso, e poi scopri un gioiellino che ti appaga e ti conquista. Cominciamo col citare l'autore della sceneggiatura, quel Richard Curtis che ha al suo attivo come regista pellicole non disprezzabili come "Love actually" e "I love radio rock" (qua la regia è di Stephan Daldry, che proviene da successi come "Billy Elliot", "The hours" e "The reader" con Kate Winslet). Ma i titoli che balzano subito evidenti come riferimento immediato sono innegabilmente un paio: lo stra premiato "Millionaire" di Danny Boyle e il meno noto ma ugualmente pregevole "City of God" (Cidade de Deus) del brasiliano Fernando Meirelles, peraltro presente in "Trash" nella veste di produttore esecutivo. Che dire? Un film che ti rimane nel cuore. Almeno, a me è capitato senz'altro, e alla grande. Diciamo anche che il film ha vinto già qualche premio e, assieme a molte recensioni positive, ha incassato anche qualche critica piuttosto cattiva, però -attenzione- non sul piano tecnico quanto su quello ideologico-concettuale. In sintesi, qualcuno ha ravvisato nell'approccio ai protagonisti e allo sfondo sociale (le misere favelas di Rio) una pregiudiziale neo colonialista e uno sguardo dunque ipocritamente paternalistico. Ovviamente non sono per nulla d'accordo, ma mi fermo qui perchè il discorso ci porterebbe troppo lontano e non ho intenzione di inoltrarmi in tali argomenti. Dico solo che ho trovato proprio l'approccio di una sensibilità delicata ed efficacissima, coniugando mirabiilmente l'intrattenimento con la poesia e l'umanità. La storia è presto detta. Tre ragazzini (14enni) che faticano in una discarica, trovano per puro caso tra i rifiuti un qualcosa che scotta, anzi che bolle. Un borsello contenente un portafogli che...(niente spoiler!). Mi limito a dire che quel portafogli racchiude un segreto a cui tutti danno la caccia. E in particolare ad inseguirli (il portafogli, ma anche i tre ragazzini che lo detengono) è un poliziotto violento al servizio di un politico marcio e corrotto. Il film racconta questo inseguimento con ritmo incalzante, mostrandoci lo sfondo di un consorzio umano dove la corruzione e la menzogna regnano sovrane e dove gli "ultimi" vanno sempre più a fondo senza speranze. Facciamo poi la conoscenza di un anziano sacerdote che accoglie e aiuta chi in questa scala sociale sta nelle posizioni più basse, assistito da una giovane volontaria americana. Costoro uniscono le loro deboli ma ostinate forze a quelle dei tre ragazzini, passando per numerosi ostacoli e affrontando prepotenze d'ogni tipo. Poi entrano in ballo numerose trovate di sceneggiatura, tipo una complessa decifrazione di un codice numerico o anche la dolente vicenda umana di un uomo scomparso e della sua piccola figlia che si unisce al trio. E parliamo adesso di un cast formidabile, che evidenzia due star hollywoodiane. Rooney Mara (sempre più brava, che sta scegliendo i suoi passi di carriera con lodevole oculatezza e il suo volto slavato e un pò smunto è di una bellezza delicatissima e assai fine). E poi quel Martin Sheen (il sacerdote combattivo) che, autentico monumento di Hollywood, ha l'intelligenza di adattarsi ai ruoli più disparati, non disdegnando anche pellicole non certo "sfarzose" come questa, ma sempre con la solita classe di Attore Straordinario. E poi vengono tutti gli altri, tutto il cast brasiliano. A partire dai tre ragazzini, uno più accattivante dell'altro, e credo proprio non siano attori professionisti (almeno fino a questo film! perchè mi sa che più d'uno ora se li vorrà accapparrare). Segnalo poi il bravissimo Selton Mello che nel suo poliziotto malvagio mette un'ispirazione che lascia allibiti. Ma ciò che nessuno ha rimarcato attiene ad una mia annotazione personale. In un ruolo doloroso e sofferto ho ritrovato Wagner Moura, attore brasiliano che mi dicono essere popolarissimo nel suo paese, ma che nel mio ricordo personale più affettuoso non posso che associare al suo personaggio di capitano di polizia in uno dei miei film di assoluto culto: "Tropa De Elite - Gli squadroni della morte" (2007), che caldamente invito tutti a cercare in DVD. Come se non bastasse, c'è da segnalare anche una colonna sonora da urlo, curata da Antonio Pinto, che racchiude momenti funky e rap di forte carica suggestiva.
In questo momento pre-natalizio e in attesa di Woody Allen, lasciate perdere -vi prego- le ghiandaie con le paturnie e regalatevi questo gioiellino.

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