Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Paolo (Luigi Lo Cascio) e Massimo (Alessandro Gassman) sono due fratelli, entrambi professionisti affermati: il primo medico pediatra, il secondo avvocato. Il primo tenero di cuore, soprattutto coi bambini; il secondo più pragmatico e realista. Una sera il figlio di Paolo, Michele - ubriaco - prenderà a calci fino quasi ucciderla una barbona incontrata per strada. Ad incitarlo nel gesto folle c'è Benedetta, la figlia di Massimo.
L'intento di questo film è chiaro: mostrare il vuoto affettivo in cui crescono molti giovani di oggi, incapaci di metabolizzare sentimenti ed emozioni, spesso fino a conseguenze irreparabili. Michele è un ragazzino che va male a scuola, con la testa sempre persa nel cellulare; Benedetta è una ragazzina sveglia, strafottente e cinica. Dopo il gesto terribile che hanno compiuto, nessuno dei due sembra provare il minimo rimorso o senso di colpa: solo il vago timore che i genitori - i quali hanno scoperto tutto grazie a un video trasmesso da "Chi l'ha visto" possano denunciarli. I genitori stessi - messi di fronte al fatto di avere cresciuto due delinquenti - non sembrano in grado di fare nessun esame di coscienza, o di assumersi le dovute responsabilità. I rapporti tra i due fratelli degenerano del tutto, facendosi specchio della stessa violenza esercitata dai figli che hanno "educato". Il regista Ivano De Matteo, basandosi evidentemente su una buona sceneggiatura, crea due personaggi a tutto tondo: mentre l'avvocato pensa che in fin dei conti la cosa migliore sia denunciare i due adolescenti, seppur partendo dal presupposto che i due se la cavino con poco, il pediatra non ci pensa nemmeno a consegnare il figlio alle autorità competenti. La vicenda scampa il rischio di essere solo didascalica (rischio in cui sembra incorrere a dire il vero nella prima parte) per farsi infine dramma lucido e di sicuro impatto.
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