Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
C'è una scena del quarto lungometraggio di Ivano De Matteo, il regista dell'ottimo Gli equilibristi, che la dice lunghissima sui genitori della mia generazione: quella in cui la mamma di uno dei ragazzi protagonisti del film (Mezzogiorno) si reca al ricevimento dei professori e, davanti alle considerazioni non molto lusinghiere del docente, non fa che difendere il figlio (Antinori) con argomenti apodittici e vacui. Figuriamoci poi se quello stesso figlio, durante una notte brava, manda in coma una barbona a seguito di un pestaggio operato insieme alla cugina (Laurenti Sellers). E' questo il nucleo attorno al quale ruota questa stupefacente prova del regista romano: un caso di coscienza sul quale due fratelli, genitori dei due ragazzi, e le rispettive mogli si trovano a dover decidere. Proteggerli o no dalle conseguenze del brutale reato? La risposta la troviamo nell'incipit di un libro scritto di recente da Antonio Polito, "Contro i papà": "con l'eccezione dei rampolli della dinastia Ming e di quelli dell'aristocrazia nella Francia prerivoluzionaria, i nostri figli sono i più viziati della storia dell'umanità". Questi hanno ogni genere di cattiva abitudine: fumano, bevono, si drogano, si fanno portare la cena in camera, vanno in giro con le minicar a 17 anni. Non a caso il film, che - tratto dal best seller di Herman Koch - pone una questione morale rilevantissima, avendo l'enorme merito di mostrare due aspetti cruciali: la differenza tra la teoria e la prassi e la capacità, da genitori, di assumersi responsabilità. Tutt'altro che consolatorio, I nostri ragazzi mette di fronte due fratelli che non potrebbero essere più diversi: Massimo (Gassman), avvocato di successo abituato a una vita agiatissima, e Paolo (Lo Cascio), chirurgo pediatra con una spiccata sensibilità verso il sociale. Capiamo subito che i due sono su sponde opposte quando si trovano l'uno a dover difendere un poliziotto dalla testa calda (Grosso) che ha ucciso per legittima difesa e l'altro a dover operare il figlio della vittima, rimasto colpito durante un alterco per motivi di viabilità.
Cinema ad altissimo tasso di impegno morale e civile, I nostri ragazzi è un'implacabile denuncia nei confronti di una generazione di genitori scriteriati, che - con poche eccezioni - sono stati del tutto incapaci di fornire coordinate adeguate ai propri figli in merito alla convivenza sociale. Se i contenuti sono di alto profilo, la forma non è da meno: a un montaggio efficace, un ritmo elevato e una recitazione quasi sempre eccellente si uniscono alcune raffinatezze nella fotografia e nelle scenografie. Un capolavoro con un solo neo: quello della recitazione sempre uguale a se stessa di Giovanna Mezzogiorno: dopo tre anni di assenza dal set per maternità, avrebbe fatto meglio a farci scodare di lei.
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