Regia di Laszlo Benedek vedi scheda film
Prima e molto più della Gioventù bruciata di Dean (dell'anno seguente), fu questo il manifesto dell'insurrezione giovanile di quegli anni, i primi di benessere da lungo tempo - dopo due guerre mondiali e una profonda crisi economica nel mezzo - ed i primi in cui gli adolescenti avevano finalmente potere d'acquisto e vedevano il mercato ampliarsi nei loro confronti. Tanta imprevedibile libertà fa sorgere fenomeni come le bande di motociclisti (questa di Brando si chiama Black Rebel Motorcycle Club, da cui prenderà nome un gruppo rock mezzo secolo più tardi) e trasmette la furia ormonale del momento al pubblico in sala - si racconta di cinema devastati dai giovani spettatori, galvanizzati dalla visione del Selvaggio, che pure agli occhi di uno spettatore del terzo millennio pare ben poca roba in quanto a ribellione e sovversione. Ma per i tempi fu davvero un film epocale. E oggi rimane una bellissima prova di Brando (rude, strafottente e vestito di pelle, così come entrerà nell'immaginario collettivo), per una storia con forti implicazioni sociali, a lieto fine, diretta con gusto. Solo un'ora e un quarto di durata.
In un tranquillo paesino americano arriva una banda di motociclisti. Strepiti, corse in moto, risse, sbronze collettive nel locale bar: i reazionari abitanti del posto non vedono di buon occhio l'invasione e cercano invano di respingerla. Fino a che un manipolo di esaltati aggredisce Johnny, il capo della banda. Ma lo sceriffo lo trae in salvo dal linciaggio e dalle accuse della gente.
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