Regia di Ha Yoo vedi scheda film
“Qualcosa è andato storto…”. Sì, tutto.
L’epopea gangster di “Dirty Carnival” è la risposta coreana agli astratti e pregevolissimi esercizi di stile firmati Cina ed Hong Kong. Una replica quasi “De Palmiana” in un film fiume dai connotati decisamente realistici che segue le gesta del quasi trentenne Byung-Doo, scagnozzo in ascesa in cerca di uno sponsor. Personaggio combattuto e sfaccettato che il regista Ha Yoo ritrae in tutta la sua umana imperfezione. Un bravo ragazzo soggiogato da pessime scelte e condannato da un’ambizione smodata, criminale per amore dei soldi e per il bene della famiglia. Un arrivista pronto all’omicidio per sopravvivenza (e carriera) ma anche un romantico in cerca dell'anima gemella con la quale fuggire. Materiale noto ma gestito al meglio e accompagnato da una durezza visiva ed esistenziale che lascia il segno. Teso, ritmato e brutale come le continue risse collettive messe in scena con inedita ferocia e verosimiglianza. Preziosissimo poi l’inserimento del mondo cinematografico all’interno della trama con la tematica del film nel film che apre la porta a nuove manipolazioni e tradimenti. Un prodotto di genere solido e magnetico che si alterna fra capovolgimenti di fronte e scorribande al karaoke dal retrogusto malinconico. Notevole.
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