Regia di Franco Brocani vedi scheda film
A dieci anni dalla scomparsa di Mario Schifano, uno dei migliori amici (e colleghi) dell'artista lo ricorda con uno pseudo-documentario.
Film inguardabile, nel senso che non c'è davvero nulla su cui puntare gli occhi (pupazzetti di dinosauri, una ragazza che fa smorfie inutili recitando frasi incomprensibili, inquadrature del tutto casuali), ma la cui importanza va tutta valutata dai contenuti verbali. Brocani lo dirige, infatti, ma lo scrive anche, affidando alla voce del narratore esterno il suo pensiero sul mondo, la vita, l'arte, l'amicizia di Mario Schifano. In un certo senso è un favore ricambiato: nel 1969 Schifano girò Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani, ovviamente dedicato al compagno di scorribande artistiche (e nella vita, parimenti); qui la celebrazione di questo legame si mescola a quella per il decennale della scomparsa dell'artista in oggetto. La maggior parte del testo è composta da elucubrazioni estemporanee, ragionamenti di Brocani che coinvolgono l'intera sfera della creazione-espressione, con tanto di didascalie che riportano citazioni di Picasso, Van Gogh e altri; seguire un filo logico è però impossibile, il discorso è sconnesso eastratto ai massimi livelli; l'unica certezza con cui si esce dalla visione di quest'opera è che Schifano era una sorta di insaziabile mostro di curiosità, un dinosauro - da cui il titolo - in un certo senso, una creatura abnorme, bizzarra, monumentale, ma anche la cui razza è in preoccupante via di estinzione. 6/10.
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