Regia di Phillip Noyce vedi scheda film
La scrittrice americana Lois Lowry pubblicò nel 1993 THE GIVER, 170 pagine di fantascienza per ragazzi, primo volume di una tetralogia, considerato l'antenato dei ben più ponderosi HUNGER GAMES e DIVERGENT. Temi come l'importanza della passione, la celebrazione delle differenze che favoriscono la creatività, le gioie della vita in tutte le sue fasi, sono inseriti in un romanzo distopico, in cui viene ipotizzato che in un prossimo futuro devastanti guerre abbiano portato gli abitanti della Terra quasi all'estinzione. In seguito a ciò la popolazione superstite si è data rigidissime regole finalizzate a mantenere la pace e l'armonia.
Quella che appare come una società ben organizzata, pacifica ed equilibrata, in cui il denaro non esiste, persino il clima è "addomesticato" e non sono presenti differenze individuali, è fondata su una specie di incubo chimico: ad ogni cittadino è fatto obbligo fin dalla nascita d'iniettarsi quotidianamente una sostanza che sopprime completamente la capacità di provare emozioni, dalla percezione del dolore a passioni e sentimenti. Nessuno sa com'era il mondo "prima"; non ci sono l'arte, la musica, lo sport e nemmeno gli animali domestici; addirittura nessuno vede i colori, tutto è in bianco e nero.
Le famiglie sono composte da un uomo e una donna che si prendono cura di un bambino e una bambina; anche il sesso non esiste più, i nuovi cittadini vengono concepiti in provetta da esperti di genetica, partoriti da madri surrogate e poi affidati a coppie di adulti che li cresceranno. Quelli "difettosi" vengono soppressi entro i tre mesi di vita, così come gli anziani, i malati incurabili e tutti gli elementi in qualche modo devianti, indesiderabili od ormai inutili: ma nessuno è in grado di provare per tutto ciò dolore o indignazione.
L'unico esentato dal rispetto delle ferree regole stabilite dal Consiglio è il Custode delle Memorie dell'Umanità, detto Il Donatore, l'unico che conosce la Storia. Suo compito è dare al Consiglio il suo parere nei casi eccezionali in cui sia necessario conoscere dei "precedenti". Il Donatore, ormai anziano, deve ora designare un successore da istruire. Ciò avviene nel corso della Cerimonia della Scelta, in cui a ogni ragazzo viene affidato il lavoro che farà per tutta la vita: ci saranno le madri e le puericultrici, gli agricoltori e gli avvocati, i manutentori e gli insegnanti. Jonas diventa allievo Custode, la cosa lo affascina e insieme lo terrorizza. Da subito smette di prendere il farmaco che blocca le emozioni; e immediatamente si rende conto che il suo mondo non è così perfetto.
Pubblicato in Italia nel totale silenzio nel 1995 - ora ristampato per l'occasione in un'edizione inutilmente rilegata - negli Stati Uniti provocò invece molto trambusto: in molte scuole medie fu inserito nelle liste di lettura obbligatoria, in altre è tuttora escluso dalle biblioteche, a causa del modo libero e realistico, semplice ma non semplicistico, in cui parla di temi fondamentali come libertà, dittatura e responsabilità individuale, e di argomenti scottanti come aborto ed eutanasia. L'attore Jeff Bridges, affascinato dal soggetto, se neaggiudicò subito i diritti di trasposizione cinematografica, con l'intenzione di avere suo padre Lloyd nel ruolo del titolo e per sé quello del padre di Jonas. La pre-produzione si trascinò per decenni e solo nel 2012 fu messo in cantiere, con lo stesso Jeff Bridges ora protagonista nei panni del Custode accanto a Meryl Streep come capo degli Anziani.
A seguito del clamoroso successo dei vari HARRY POTTER, TWILIGHT, HUNGER GAMES, DIVERGENT e di altri titoli cosiddetti young-adult, la Weinstein ha deciso di inseguire la stessa fascia di pubblico, imponendo gli esordienti sceneggiatori Michael Mitkin e Robert B. Weide (autori finora solo di un paio di documentari)cambiamenti radicali. Il giovane Jonas, che nel libro ha 12 anni (l'età giusta per cominciare ad istruire un allievo in qualsiasi disciplina) diventa qui un baldo 18enne, interpretato da un attore di 24 anni (l'australiano Brenton Thwaites, visto da poco come Principe Phillip in MALEFICENT). Molte scene sfiorano così involontariamente il ridicolo, tanto appaiono puerili e immature le reazioni del non così giovane Jonas al mondo finalmente colorato che scopre di giorno in giorno. L'amicizia infantile con i coetanei Fiona (la formosa Odeya Rush) e Asher (il 22enne ma già attore esperto Cameron Monaghan) acquista inevitabilmente caratteristiche di rivalità sessuale, falsando del tutto l'evoluzione originale della trama. Nel ruolo degli algidi genitori di Jonas uno spaesato Alexander Skarsgård, il cui fascino è mortificato dalle tenute verdine dell'assistente sanitario, e una legnosa Katie Holmes, più strega cattiva che madre devota. Quanto alla sbandierata presenza della cantante Taylor Swift, dimenticatela: è limitata a un dialogo di un paio di minuti e a un'inquadratura di spalle mentre corre (probabilmente una controfigura).
Per quanto riguarda la regia di Phillip Noyce c'è solo un aggettivo: irriconoscibile. Dov'è andato a finire l'autore di ORE 10: CALMA PIATTA e IL COLLEZIONISTA DI OSSA, di GIOCHI DI POTERE e IL TRANQUILLO AMERICANO? Nessuno di essi è un capolavoro indimenticabile ma tutti hanno il marchio del buon regista di action, capace di gestire con professionalità sia le scene di tensione che momenti più intimamente drammatici. A parte la scelta balorda di girare i primi 40 minuti e varie scene successive in bianco e nero (in panavision sfiorano l'intollerabile) sforna qui un filmettino esangue e noiosetto, superficiale, monotono, ripetitivo, del tutto privo di ritmo e originalità, che sarà apprezzato soltanto da qualche ragazzetta in vena di sdilinquimenti per il principe azzurro di turno. Una vera delusione.
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