Regia di David Fincher vedi scheda film
Fincher e la dark lady. Non aspettatevi soluzioni accomodanti... 7,5 DISTURBANTE
La dark lady secondo Fincher.
Dopo molte figure femminili positive, il regista americano entra nel lato oscuro dell'immaginario cinematografico 'donna', consapevole dell'evoluzione e delle origini del 'mito'. Un mito generato dal maschio per il maschio in una chiave di supremazia patriarcale. Così la Femme Fatale è parte di un contesto estremamente pessimista sui rapporti umani, sublimato dal concetto di 'strafiga' teorizzato ed espresso a mò di shock da Amy/Pike. La carnefice dunque ribadisce e rivendica il ruolo di vittima come è sempre stato nei grandi classici del genere, rispolverando una condizione sociale immutata nella sostanza anche con il passare degli anni. Come nei '40 il maschio è rapprensentato cristallizzato nella schiavitù degli istinti, lasciando alla donna il ruolo di motore delle azioni capace di usare le debolezze altrui perché consapevole del proprio dramma e dei propri poteri. Così l'uomo si lascia sedurre e si spaventa, rispondendo banalmente con la misoginia reazionaria, perdendo però clamorosamente lo scontro di genere su tutti i fronti (guardare per credere il sorrisino di Nick/Affleck...). Questo viene mostrato rispettando le regole non scritte del filone, dimostrando ancora una volta il talento di Fincher nel condurre lo spettatore nei territori più nascosti e temuti della coscienza collettiva, senza compromettere l'impianto da 'grandi platee' del suo cinema.
E' bene ricordare che la chiave thriller spesso serve per parare altrove...
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