Regia di David Fincher vedi scheda film
L'inspiegabile scomparsa di Amy Dunne, famosa per essere stata da bambina la protagonista di una serie di libri per l'infanzia scritti dai suoi genitori, attira il pressante clamore dei media. Al centro della bufera, il marito, lo scrittore fallito Nick, sul quale si concentrano anche le indagini della polizia.
Tratto da un romanzo di Gillian Flynn, Gone Girl è un appassionante thriller psicologico dal sapore hitchcockiano, che è anche raggelante discesa negli inferni matrimoniali e riflessione sul cinismo dei media e sul loro ruolo nella creazione e distruzione di mostri ed eroi. Il motivo di principale interesse della pellicola di David Fincher risiede probabilmente nella sua struttura, che non a caso beneficia di una cospicua lunghezza: il mistero, in pratica, viene svelato a un'ora abbondante dalla fine e ciò permette al meccanismo narrativo di "rigenerarsi", aprendo la storia a sviluppi del tutto inediti e trasformando di fatto il film in qualcosa di completamente diverso. Alla fine, nella sceneggiatura (della stessa Flynn) qualcosa scricchiola, ma la visione angosciante e claustrofobica che essa sottende difficilmente lascia indifferenti. Eccellente il cast: Ben Affleck, belloccio e abbastanza inespressivo, è perfetto per il ruolo, ma Rosamund Pike è davvero grandiosa e i volti di contorno assolutamente funzionali. Cosa dire di David Fincher: i tempi di Seven e Fight Club sono ormai lontani, ma il regista di Denver dimostra di non aver ancora smarrito la potenza della sua visione.
Da non perdere: 8/10.
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