Regia di David Fincher vedi scheda film
Una donna sparisce nel nulla; il marito denuncia la scomparsa, ma la polizia lo incolpa di omicidio. Il corpo comunque non si trova, ma sono già partiti il linciaggio mediatico e la gogna dell'opinione pubblica. La donna in realtà è ancora viva e ha in mente un piano a dir poco diabolico.
Se Fincher è noto per film dalle trame ansiogene e paranoiche come Fight club, The game o Panic room, con Gone girl il regista americano propone una vera e propria lezione di thriller: questo film è Hitchcock all'ennesima potenza. Un whodunit? nella sua prima parte, un'intricata trappola logica nella seconda, con accessi di violenza e follia e, naturalmente, con una risoluzione del caso, per quanto beffarda e instabile, poco rassicurante. Tratto da un romanzo di Gillian Flynn, che l'ha sceneggiato per Fincher, Gone girl è inoltre una buona prova attoriale per Ben Affleck, ma addirittura ottima per la protagonista femminile, Rosamund Pike; il congegno nevrotico della trama funziona magistralmente e la sua netta suddivisione in due segmenti aiuta a reggere senza fatica le due ore e mezza di visione. Il sottotesto parla fin troppo chiaro, tanto che per certi versi potrebbe considerarsi il vero argomento centrale del film, che sfrutta il giallo della scomparsa di Amy Dunne per parlare in maniera piuttosto spregiudicata e ragionevole di come funzionano odiernamente le dinamiche dell'informazione via media; anche la parabola sul ruolo della donna in questi anni è fin troppo scoperta e perciò passibile di interpretazioni superficialmente negative. 7/10.
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