Espandi menu
cerca
Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

Regia di Ron Howard vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 84
  • Post 7
  • Recensioni 3719
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick

di barabbovich
7 stelle

Dopo avere saccheggiato per decenni l'idea del sequel allo scopo di ribadire i successi al botteghino, dal cilindro dei produttori - a partire dalla fine degli anni '90 - è uscita l'idea del prequel: da quelli horror come Non aprite quella porta - L'inizio, Alien e Insidious 3 - L'inizio, al genere fantastico (Il signore degli anelli, Batman begins, L'alba del pianeta delle scimmie) o avventuroso (Robin Hood). Heart of sea appartiene a quest'ultimo genere ed è anche uno dei più riusciti. Partendo dal romanzo di Nathaniel Philbrick, Ron Howard mette in scena la genesi del racconto autobiografico che, a metà ottocento, l'unico superstite della baleniera Essex (Gleeson) mette a disposizione, non senza recalcitranza, a un giovane Herman Melville (Whishaw), che da lì a breve avrebbe dato alle stampe Mody Dick, il suo capolavoro. È la storia di un capitano di alto lignaggio (Walker), arrogante e alle prime armi, e del suo primo ufficiale (Hemsworth), ambizioso ed esperto uomo di mare di umili natali. Le schermaglie tra i due generano comportamenti imprudenti sicché, passato Capo Horn e lasciato alle spalle l'Atlantico, in pieno Pacifico l'equipaggio viene attaccato da una gigantesco capodoglio bianco, che fa a pezzi la nave e disperde il poco olio di balena raccolto fino a quel momento. Il resto è la storia tragica di un naufragio durato mesi e segnato da ogni difficoltà e dall'abomino del cannibalismo.
Portentosa messa in scena, effetti speciali iperrealisti e altamente spettacolari (peccato che i naufraghi non perdano un solo etto di peso), uso forse eccessivamente spinto del grandangolo a servizio del massimo potenziamento possibile del 3D costituiscono la cifra con la quale Ron Howard licenzia un film d'avventura che risalta i toni dell'epica moderna e getta un occhio alle follie alle quali l'uomo occidentale era disposto pur di assicurarsi profitto e comodità: un contenuto che costituisce il vero valore aggiunto di un blockbuster da brivido, anche se con qualche lungaggine di troppo (specialmente nella prima parte), comunque superiore a opere simili come Master & Commander o L'albatross.
Da ricordare i due precedenti tratti dal celeberrimo rimanzo di Melville: Moby Dick la balena bianca, del 1956, diretto da John Huston e Moby Dick, di Frank Roddam, del 1998: entrambi con la presenza di Gregory Peck.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati