Regia di Simon Staho vedi scheda film
Un giorno, una notte: è quanto basta a Thomas per sciogliere ogni dubbio esistenziale, per regolare i conti con tutte le presenze forti che ha attorno. Una ex moglie, un figlioletto, una nuova amante, un amico del cuore e via dicendo: a tutti Thomas ha fatto del male, è un sadico di natura, un egocentrico irrisolto, e se loro si rifiutano di credergli ecco la rivelazione: sta per abbandonarli, se ne va a New York e addio per sempre. Che dietro i deliranti monologhi del protagonista (che in effetti non prende in considerazione neppure per un secondo di ascoltare i suoi interlocutori) si celi una chiara intenzione suicida, è abbastanza facile da comprendere già nell'immediato; se realmente Thomas avrà il coraggio di farla finita è invece la questione di fondo che si dibatte silenziosamente lungo tutta le pellicola. Secondo lungometraggio di Staho, danese classe '72 che si occupa anche della sceneggiatura, insieme a Peter Asmussen; la produzione della Zentropa di Lars Von Trier sembra poter essere una delle cause principali che hanno stimolato la fantasia del regista al punto da voler girare gli oltre novanta minuti di film utilizzando solamente un interno (i due sedili anteriori di una macchina) e due camere fisse, puntate appunto sui sedili. Nonostante il precisissimo limite, mai minimamente sgarrato, il film scorre comunque senza eccessivi intoppi, anche grazie all'intuizione di fare salire e scendere di continuo nuovi personaggi nella vettura; se il ritmo per lo meno c'è, è però la tensione a vacillare, ad andare e venire, tanto che la scena conclusiva (con la prostituta) impressiona davvero poco. Mikael Persbrandt è il deus ex machina della situazione; già parecchio noto al pubblico svedese, non delude le aspettative; al suo fianco troviamo, fra gli altri, Michael Nyqvist e Pernilla August. Al grande Erland Josephson (già attore nel precedente cortometraggio di Staho, Nu, del 2002) spetta invece una partecipazione solo con la voce. Il risultato finale: un lavoro piuttosto inquietante, ma altrettanto monotono e con una risoluzione francamente poco incisiva. 4,5/10.
Thomas ha quarant'anni e troppi conti irrisolti: decide così di darsi 24 ore per incontrare - uno a uno - tutte le persone che hanno significato qualcosa per lui nella vita, dal figlioletto alla ex moglie, dal migliore amico (che se la intende con la donna) all'attuale amante, dalla sorella all'anziana madre. A tutti Thomas racconta che sta per partire per New York.
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