Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
La Disney, per il rifacimento con attori in carne ed ossa del classico animato del 1950, si affida a Kenneth Branagh: l'attore-autore irlandese, passando dall'abituale Shakespeare alla favola, non ne risente troppo e confeziona un'opera che, dalle atmosfere iniziali, tra lo stucchevole ed il lacrimogeno, in cui Ella (Lily James), poi apostrofata Cenerentola dalla perfida matrigna (Cate Blanchett) e dalle due sciocche sorellastre, perde in sequenza madre e padre e diventa, sempre con il sorriso sulle labbra, la sguattera nella casa che è sua, al servizio delle tre perfide donn(acc)e che la sfruttano in tutti i sensi.
Branagh riesce a limitare gli elementi più 'piagnucolosi' della favola, compensandoli con robuste dosi d'ironia e sarcasmo nei confronti dell'avido personaggio interpretato da una superba Cate Blanchett che con la sua Dark Lady costruisce il 'cattivo' dell'anno, a mio modo di vedere ben più meritevole della nomination agli Oscar qui che per quella da lei guadagnata con 'Carol', e delle due stupide e vacue Anastasia (Holliday Granger) e Genoveffa (Sophie McShera), dando al contempo buon ritmo a tutto il film, ben utilizzando tanto le impeccabili scenografie di Dante Ferretti quanto gli sfarzosi e volutamente vistosi costumi di Sandy Powell.
Un autentico pezzo di bravura la fuga dopo la mezzanotte di Cenerentola dal palazzo del principe a bordo della carrozza, con cocchiere e accompagnatori, con la fine dell'incantesimo che ri-trasforma tutto com'era prima dell'intervento di una fata madrina un po' svitata, avente le fattezze di Helena Bonham-Carter.
Di rilievo la prova di Stellan Skargaard nei panni dell'infido consigliere del Principe Kit, mentre i due protagonisti, Lily James nelle vesti dimesse prima e regali alla fine di Cenerentola, e Richard Madden nelle fattezze regali di Kit, sono stati scelti più per la loro presenza fisica che per le doti recitative.
Voto: 7.
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