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Cenerentola

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Cenerentola

di supadany
7 stelle

Negli ultimi anni al cinema sono tornate in auge le fiabe (ed i malevoli potrebbero anche sapere il perché), spesso rielaborate con personalità e licenze di varia natura, penso ad esempio ai tre recenti lungometraggi dedicati a Biancaneve e a “Maleficent” (2014).

In questo caso Kenneth Branagh intraprende una strada diametralmente opposta, ovvero offre una visione decisamente classica che se da un lato non concede il minimo spazio alle sorprese, praticamente assenti, ha il merito di aver ricreato un’atmosfera “vecchia scuola” di ottimo impatto fiabesco che stride felicemente con i nostri tempi, questo a partire ovviamente dalla figura di Cenerentola stessa.

Dopo aver perso prematuramente la madre, Ella (Lily James) si ritrova ad aver a che fare con una matrigna (Cate Blanchett) tutto fuorchè premurosa e due sorellastre inette e prevaricatrici.

La situazione precipita quando viene a mancare anche il padre (Ben Chaplin), ma poi conosce fortuitamente un affascinante ragazzo (Richard Madden) che ritroverà al ballo indetto dal Principe per cercare la donna da sposare.

L’ostilità altrui sembra aver la meglio anche di fronte a brevi aperture di felicità, ma mai perdere la speranza.

 

Lily James

Cenerentola (2015): Lily James

 

E’ un tuffo nella fantasia più innocente (o innocua se vista dal punto di vista negativo della faccenda) quello che offre Kenneth Branagh al pubblico, in pieno stile Disney, ma non quello recente, più incline ai supereroi e comunque a rielaborazioni anche radicali di consolidati classici, ma quello del tempo che fu che si è perso per strada.

Un punto di vista che congela il tempo e che può destare impressioni distanti, infatti se da un lato ciò che si vede è esattamente ciò che ci si aspetta, dall’altro tutto procede nel migliore dei modi, al netto forse di un passo troppo spedito nella prima parte e di quelle semplificazioni narrative comunque proprie di una fiaba destinata prima di tutto a far brillare gli occhi ai più piccini, o meglio dire piccine e comunque a tutte le donne che sognano il principe azzurro.

Il meglio arriva nella parte centrale, col famoso ballo e l’irruzione della Fata madrina (una scatenata Helena Bonham Carter), con una buona dose di magia, e quindi libero sfogo alla fantasia, ed una visione d’insieme lussureggiante, mentre il resto è affidato al carattere di Cenerentola, di una bontà così anacronistica da risultare forse esagerata, ma più probabilmente un esempio di pacatezza e forza d’animo (gentilezza e coraggio), senza scordarsi della matrigna tanto elegante quanto fustigatrice di sogni e speranze.

Va da se che in tal ruolo Cate Blanchett svetta per eleganza, pose e modi (difficile ripensare al film senza di lei), coadiuvando due figlie senza talento ed umiliando la giovane Cenerentola, alla quale Lily James offre una genuina freschezza, lontana dagli stereotipi moderni.

Tutto molto lineare, ad un certo punto pare quasi che lo sia troppo, ma confezionato con grande senso scenico senza paura di arrivare fuori tempo massimo, ed è questa una scelta che non farà gridare al miracolo, ma è poi meno avventata di quanto possa sembrare di primo acchito (questo a parte il botteghino che sta premiando alla grande il film), infatti in tempi grami come quelli attuali servirebbe proprio un pizzico di magia, o almeno la speranza e la forza per poter credere che il domani possa essere finalmente un giorno migliore senza dover rispondere alla cattiveria in ugual maniera.

Zuccheroso.

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