Regia di John Wood (Juan Bosch) vedi scheda film
Ad un giovane soldato sudista ritornato a casa dal fronte viene ucciso il padre perchè si ribella a un grande proprietario terriero che gli ammazza le bestie assetandole. Vendicandosi in parte, finirà fuori legge e farà coppia con un bonario bandito messicano. I due, tra varie peripezie, riusciranno a farsi giustizia. Con un plot così semplice si potrebbe pensare che anche il prodotto finito sia molto semplice. Capita anche che proprio grazie alla semplicità del plot, il film diventi terreno fertile per la fantasia del regista e degli attori. In questo caso, Juan Bosch regista, non si discosta dalle sue pellicole medio-basse. Girate confusamente, con tagli narrativi e di montaggio molto affettati, con scazzottate mal coreografate, e con una fluidità narrativa vicina alla tortuosità dei cerros almerienses dove si giravano i western. Fernando Sancho è chiaramente il più pittoresco, e se anche funziona poco è sempre un piacere. É Richard Harrison che, a parte qualche ruolo azzeccato, resta solo un bell’uomo con il fisico adatto ai western. Qui merita solo per qualche posa riuscita, e niente altro. Su tutti, a parte il solito Luis Induni sceriffo per antonomasia, va segnalato Raf Baldassarre che ripropone con successo il killer di nerovestito modellato sul Sentenza di Lee Van Cleef di cui ripete quasi identicamente una scena, quella del pasto scroccato a casa della moglie di Sancho.
Il film è rocambolesco, e questo è un pregio. Purtroppo vengono buttati alla rinfusa tanti luoghi della narrazione western che senza una mano autoriale o artigianale dietro finiscono per risultare patetici e senza efficacia evocativa. Il film si guarda, ma a parte le scene in cui entra in gioco il cattivo Morgan di Raf Baldassarre, non c’è poi troppo da ricordare, se non la simpatia di Fernando Sancho. Piccola curiosità: “garringo” è una parola che in lingua spagnola non si trova. Magari ha una sua accezione nelle variazioni ispanoamericane, ma sul monolingua Clave risulta esserci solo un verbo “garrir”, che è il verso tipico del pappagallo. Visto che all’inizio del film, durante il sequestro della diligenza su cui viaggiava Harrison, questi ripete da sbruffone le parole del bandito León Pompero, ovvero Sancho, che poi gli affibia il nome di “garringo”, tutto fa pensare che il termine voglia proprio dire “pappagallo”. Il precedente film che porta proprio questo nome come titolo, interpretato da Anthony Steffen con Peter Lee Lawrence, non indica nessuna correlazione tra “garringo” e “pappagallo”. Lo stesso dicasi per i due film successivi a questo di Juan Bosch ovvero “Arriva Sabata!”, sempre con la coppia Steffen-Lawrence, e “Dio in Cielo... Arizona in Terra”, con il solo Peter Lee Lawrence dove Garringo è proprio l’attore tedesco e il regista sempre Juan Bosch.
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