Regia di Xiaogang Feng vedi scheda film
Dopo la memorabile esperienza avuta con l'ottimo BACK TO 1942, era d'obbligo andare a recuperare questo film di guerra diretto cinque anni prima sempre da Xiaogang Feng. La storia si svolge nel complicato periodo della guerra civile cinese, tra il partito nazionalista Kuomintang e quello comunista. Durante tale conflitto, la compagnia giudata dal capitano Gu Zidi (Hanyu Zhang) affronta e sconfigge alcuni militari nazionalisti in una piccola città del nord. I soldati avversi si arrendono consegnando le armi, ma in preda all'ira per la morte dell'ufficilae politico del suo squadrone Zu elimina a sangue freddo uno degli ufficiali disarmati. Il capitano viene quindi arrestato per insubordinazione e durante il periodo in cella ha modo di conoscere Wang Jincun (Wenkang Yuan) un maestro pacifista recluso con l'accusa di codardia sul campo di battaglia. Scontata la sua pena, Zu viene incaricato dal colonnello Liu di portare la nona compagnia in una miniera di carbone in riva a un fiume strategico per bloccare l'avanzata dell'esercito nazionalista. Zu lamenta il fatto che la nona compagnia è formata da soli 48 membri e di abbisognare di un esercito più numeroso, ma l'unico uomo che riesce ad ottenere è il suo amico di prigionia Wang. I soldati della nona compagnia dovranno tenere la posizione fino all'Assembly del titolo, ovvero la chiamata del raduno delle truppe. Sarà un massacro e dell'intero plotone, solo Zu farà ritorno a casa. Passano gli anni e Zu, durante una missione nel Nord Corea, salva un giovane generale che aveva pestato una mina e che diventa quasi un figlio per lui. Trascorre altro tempo e l'ormai anziano Zu, nel frattempo diventato cieco, torna nel luogo di quello che fu il campo di battaglia di quella guerra. Per degli impanti di irragazione sono infatti in corso degli scavi su quell'antica diga crollata, che porteranno alla luce quella tomba nascosta... Non emozionante e perfetto come BACK TO 1942, resta comunque un ottimo film di guerra duro, intenso e dramamtico. Quello che disorienta è la completa divisione tra la prima ora e quella successiva, talmente diverse che sembra quasi di assistere a due film separati. I 60 minuti inziali sono infatti tutti concentrati sull'aspetto bellico e spettacolare della storia, con sequenze belliche veramente imponenti ed esaltanti dal punto di vista visivo. Cambia completamente la seconda parte, forse tenuta troppo in lungo, nella quale il ritmo rallenta definitivamente mostrando il drama esistenziale del protagonista e il tormento del ricordo di quella terribile esperienza. Questo contrasto non è un'idea malvagia, in quanto l'atmosfera della tristezza di quei ricordi viene rappresentata nel migliore dei modi, ma risulta decisamente troppo marcato. Entrambi i tempi godono comunque di un certo interesse, grazie anche alla cura registica e alla sua capacità di comunicare per immagini i pensieri dei personaggi oltre che all'intrepretazione di Zhang. Ripensandoci non è male la visione di questi due modi diversi di affrontare il dramma, mentre lo sviluppo della trama non viene mai a perdersi malgrado gli sbalzi temporali. Forse è presente qualche elemento di troppo, ma di certo si mostra un titolo di un notevole spessore che meriterebbe maggior visibilità. Come anche nel successivo 1942 non assiste poi a derive propagandistiche, le quali vengono del tutto schiacciate dalla violenza della guerra mostrata in maniera piuttosto cruda. Consigliato agli appassionati del genere, anche se a qualcuno la seconda parte apparirà un po' melensa
Un regista interessante
Ottima
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