Regia di Franco Maresco vedi scheda film
Il regista più iconoclasta del cinema italiano, co-ideatore della Cinico tv, torna a 4 anni di distanza dal mirabile Io sono Tony Scott con un altro film "monografico", dedicato stavolta ai rapporti tra la sua terra, la Sicilia (o meglio, il quartiere Brancaccio di Palermo) e Berlusconi nonché alle origini mafiose del successo di Forza Italia e ai legami dell'uomo di Arcore con Dell'Utri, presente nel film in un ritaglio tra l'esilarante e il drammatico (la registrazione si blocca improvvisamente e Maresco dà in escandescenze con le maestranze: "Ci ho messo sei mesi per convincerlo a farlo intervistare!", borbotta, mentre quello accenna niente di meno che alle responsabilità di Berlusconi nella morte di Enrico Mattei). Opera incompiuta e rapsodica girata con registro scanzonato, Belluscone mette al centro del film i cantanti neomelodici e l'impresario che più li sponsorizza a Palermo, quel Ciccio Mira legato a doppio filo con la mafia. Dei problemi produttivi, distributivi, legali e persino psicologici (una depressione fortissima a seguito del travaglio del film) si è fatto carico il critico cinematografico Tatti Sanguineti (lo abbiamo visto anche recitare in Due vite per caso, Fuga dal call center, Sogni d'oro e Il caimano nonché in Come inguaiammo il cinema italiano, il film che lo stesso Maresco, insieme al suo sodale di un tempo Daniele Ciprì, dedicò alla coppia di punta della comicità siciliana: Franco e Ciccio). Lo storico del cinema di origini liguri ha raccolto il materiale provvisorio del film e lo ha cucito in una sorta di thriller enigmistico dal quale emerge tanto l'ostracismo nei confronti di Maresco quanto la sua inguaribile verve sarcastica, messa a servizio di un mondo ipertrash sul quale ha attecchito, resistendo all'usura del tempo, il germe dell'immarcescibile successo del cavaliere.
Premio speciale della Giuria Orizzonti, premio ARCA Cinemagiovani miglior film italiano alla 71. mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2014).
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