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Ora zero

Regia di Edgar Reitz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ora zero

di axe
7 stelle

Luglio 1945. Un paio di mesi dopo la fine dei combattimenti in Germania, le truppe statunitensi sono prossime al ritiro dalla città di Lipsia, il cui territorio è compreso nell'area destinata all'occupazione sovietica.
L'adolescente Joschi, deluso dall'esito del conflitto ma ben disposto verso gli americani, giunge, a bordo di un sidecar della Wehrmacht recuperato chissà dove, presso un agglomerato di case sorte intorno ad un casello ferroviario, nei pressi della città. Mentre i personaggi di questo microcosmo attendono con timore l'arrivo dei soldati russi, Joschi progetta il recupero di un tesoro che sa essere sepolto in un piccolo cimitero locale; le sue intenzioni sono di appropriarsi dei valori, ivi occultati da un alto ufficiale delle SS in fuga, e partire con la coetanea Isa, conosciuta presso il villaggio, verso la zona di occupazione statunitense. Ma la piega che prendono gli eventi gli riserva una cocente delusione. Film drammatico di ambientazione bellica diretto dal regista tedesco Edgar Reitz, "L'Ora Zero" consegna allo spettatore una rappresentazione dell'immediato secondo dopoguerra tedesco realistica ed, al tempo stesso, lirica; oltre all'esuberante protagonista Joschi, anche gli altri personaggi hanno avuto le vite pesantemente segnate dal nazismo e dalla guerra. L'anziano casellante, Mattiske, ricorda dei tentativi di opporsi all'avvento di Hitler nel 1933, falliti per il prevalere del senso del dovere; è quello stesso principio che lo spinge ad alzare ed abbassare testardamente le sbarre di un passaggio a livello, benchè lungo la ferrovia non transiti alcun treno. Franke è un fervente comunista; si prepara ad accogliere i vincitori sventolando la bandiera rossa, ma gli viene rimproverato l'essere stato nazista fino a poche settimane prima. Un bambino in bicicletta è presenza quasi costante sulla scena, un osservatore poco loquace ma attento. La signora Understab manda avanti con coraggio un'azienda agricola; sopravvive e consente di sopravvivere a chi le è vicino grazie a scorte di cibo accumulate in un passato reso florido dall'appartenenza del marito - deceduto da poco - alla Gestapo, cosa che ella cerca di nascondere. Paul è un ex-militare, congedato dopo aver perso l'uso di un arto durante i combattimenti in Grecia. Motek è un intraprendente polacco girovago che sceglie di stabilirsi presso il casello con la sue giostra e le sue piccole mercanzie riconoscendo la bontà delle persone ivi riunite. Infine, c'è Isa, una giovanissima nipote della signora Understab; quasi un fiore prossimo allo sboccio, per l'incolumità del quale tutti temono. La ragazza s'innamora di Joschi, il quale la rende parte del suo progetto. Ritiratisi gli americani, ed in attesa delle truppe sovietiche, in un'atmosfera quasi idilliaca e circondata dalla natura, la cui indifferente tranquillità fa contrasto con le testimonianze del conflitto appena concluso, la piccola comunità vive la sua "ora zero". Privi di punti di riferimento, sospesi tra un tragico passato - il nazismo - un effimero presente - l'andirivieni dei soldati occidentali - ed un incerto futuro - sotto il controllo dei temuti sovietici - questi personaggi si rifugiano nel ricordi, riscoprono i valori della solidarietà, di una vita semplice, dell'amicizia, dell'amore. Questo stato di cose perdura sino all'arrivo dei russi; l'evento si verifica quasi in sordina; i vincitori giungono recando con loro bestiame e masserizie. Benchè non si mostrino amichevoli, non sono neppure cattivi come erano stati immaginati. Joschi può pertanto attuare il suo piano; riesce a mettere le mani sul tesoro e fuggire insieme ad Isa. I due ragazzi raggiungono i soldati americani (nello specifico, una pattuglia della polizia militare), ma essi si rivelano molto meno amichevoli di quanto previsto; i grandiosi piani di Joschi, di un florido futuro, proprio negli U.S.A., insieme ad Isa, si sciolgono come neve al sole. Per il giovane tedesco non è il momento della pace, ne' del ricordo; è l'ora della permanenza in patria, del rimboccarsi le maniche, dell'affrontare - e non fuggire - il passato. E', soprattutto per lui, adolescente di carattere deciso, in un'età che gli consente di conoscere e comprendere la realtà che lo circonda, pur non avendo responsabilità nel suo determinarsi, l'ora zero ! L'ambientazione quasi fuori dal tempo, la buona caratterizzazione dei personaggi, la "spontaneità" delle interpretazioni - in particolare, quella di Isa da parte di Anette Junger - evocano sensazioni di pace, di stasi, di rinascita; di riscoperta dei valori di solidarietà e delle cose semplici. I grandi eventi dei quali queste persone sono state testimoni rimangono sullo sfondo della narrazione; eppure il racconto è coerente con essi. Edgar Reitz, giovane testimone di quel momento storico, lo racconta, parlando sia alla ragione, sia al sentimento dello spettatore; descrive il contesto evidenziando come tra le silenti macerie, i "semi" della rinascita stessero già germogliando.

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