Regia di Mario Martone vedi scheda film
Film avvincente e politico debitore ma allo stesso tempo divulgatore della poetica di Leopardi. Ci voleva coraggio per affrontare un soggetto del genere, però Martone con l'Ottocento ci sa fare. 7,5 DIDATTICO
A ognuno il suo Leopardi. Vuoi per l'istruzione scolastica o per la cultura personale, insomma un personaggio potenzialmente pop. Con questo assunto Martone affronta il soggetto e vince. Vince perché parla alle grande platee con intelligenza sintetizzando e semplificando (banalizzando?) la figura del grande poeta, inserendolo così in un contesto cinematografico da XXI secolo. E qui conta il sound by Apparat e il cast dominato dalla prestazione appariscente ma 'coerente' al progetto di Germano, senza il quale il film avrebbe una marcia in meno. Tanto è vero che l'opera oltre che avvincente diventa addirittura didattica rinfrescando le menti agli spettatori digiuni di Leopardi (il mio caso...) offrendo una 'seconda' possibilità in età adulta di affrontare certe tematiche. E qui può essere il problema: la superficialità dell'approccio. Però il regista intelligentemente utilizza il personaggio storico non solo come fine ma come mezzo per completare la personale esplorazione dell'Ottocento italiano, proponendo un seguito 'ideale' di Noi Credevamo, componendo un quadro sociale e politico (questo è un film politico, specialmente nella parte napoletana) ambizioso e di grande respiro. Il Giovane Favoloso è infatti un'opera matura e responsabile, consapevole dei propri limiti e allo stesso tempo densa di contenuti intrinsechi al soggetto e laterali ad esso, controllati attraverso una messinscena sorprendentemente funzionale. Giustamente la scena più bella e significativa del film è la finale: "La Ginestra" l'apoteosi del percorso poetico-filosofico del poeta, l'apoteosi del suo pessimismo cosmico a cui è difficile obbiettare... Diciamolo, Leopardi è un personaggio perfetto per i nostri tempi e il suo secolo così in frizione fra illuminismo e romanticismo rimane un nodo cruciale e sottovalutato per capire il mondo attuale. Bravo Martone!
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