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Il giovane favoloso

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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La recensione su Il giovane favoloso

di steno79
8 stelle

Affascinante biografia leopardiana da parte di Mario Martone, che già si era avvicinato all'opera del poeta recanatese con uno spettacolo teatrale tratto dalle Operette morali. È un film che segue in maniera precisa e scrupolosa l'itinerario del poeta dalla reclusione nel palazzo familiare del "natio borgo selvaggio", la voglia di fuggire dalla tirannia paterna, l'evasione dalla mediocrità quotidiana attraverso i componimenti poetici, il legame di amicizia esclusivo con Antonio Ranieri, la passione non ricambiata a Firenze per Fanny Targioni Tozzetti, l'arrivo a Napoli, l'aggravarsi della malattia e la morte imminente. Martone è il primo regista che ha avuto il coraggio di misurarsi sullo schermo con la figura di Leopardi e ne ha tratto un film doloroso, posto sotto il segno della deformità fisica e della travolgente ricchezza spirituale, un film che a tratti sembra procedere attraverso una serie di folgorazioni audiovisive pur conservando un rigoroso impianto di scrittura. 

Leopardi è dipinto come un genio ribelle, un essere ipersensibile, un martire laico e razionalista, e la sua umanità è sempre restituita in maniera convincente, anche grazie alla eccezionale interpretazione di un Elio Germano da Oscar. La fotografia di Renato Berta, il montaggio di Jacopo Quadri e le musiche elettroniche di Sascha Ring contribuiscono a creare un flusso ipnotico di immagini spesso seducenti ed emozionanti (su tutte la scena in cui Leopardi si accascia al bordo di un lago dopo aver scoperto il tradimento di Fanny con Ranieri) che confermano il talento figurativo già evidenziato ne L'amore molesto o in Noi credevamo. La prima parte recanatese è pressoché impeccabile, sapiente nel dialogo e nel ritmo spesso scandito da scambi epistolari con Pietro Giordani; la parte fiorentina è meno compatta e leggermente dispersiva, mentre quella napoletana si giova di invenzioni di regia molto efficaci e suggestive che approfittano della familiarità del regista con l'ambiente della sua città. Le aperture visionarie dello stile sono ugualmente molto interessanti, dalla scena in cui Leopardi immagina di ribellarsi al padre al Dialogo della Natura e di un Islandese rappresentato come una lotta furibonda contro una statua dalla voce materna, fino al bellissimo finale in cui i versi della Ginestra accompagnano immagini di forte suggestione lirica; più discutibile a mio parere la scena del bordello inserita come una sorta di licenza poetica, in cui Leopardi finisce a letto con un trans e subisce un'odiosa umiliazione che risulta una forzatura piuttosto superflua delle sue difficoltà in campo sessuale e della possibile attrazione omosessuale verso il Ranieri, fino a qui soltanto accennata in maniera sapientemente allusiva. Nel cast Germano domina la scena con un controllo ferreo del personaggio ed un'aderenza fisica ed emotiva che strappa l'applauso; fra i comprimari ottimo Massimo Popolizio nel ruolo del padre Monaldo, reso con grande ricchezza di sfumature, ed efficace anche l'apporto di Michele Riondino come Ranieri (forse un po tendente allo stereotipo del latin lover meridionale), di Raffaella Giordano nel ruolo della madre (eccellente pur apparendo in poche sequenze) e di Valerio Binasco come Giordani. Un film raffinato ma che non pecca di eccessivo intellettualismo, stimolante per lo studioso leopardiano come per chi ne ignora le opere e il pensiero, classico nella fattura ma assai moderno nel modo in cui ci propone questa figura fondamentale per la nostra storia culturale.
 
Voto 8/10

Anna Mouglalis, Elio Germano

Il giovane favoloso (2014): Anna Mouglalis, Elio Germano

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