Regia di David Ayer vedi scheda film
Uccidere il nemico è il lavoro più bello che c'è. Ma la guerra non riesce a rendere felici, solo disperati. E ad emozionare ancora gli spettatori.
Sulla guerra, soprattutto la seconda, è già stato detto tutto. Rimangono solo le sfumature. Ed in Fury si riescono ad affrontare alcuni dettagli del comportamento con notevole acume, concentrandosi sulla disperazione dell'uomo e sull'ineluttabilità del destino dei soldati, obbligati a disumanizzarsi per la propria sopravvivenza. Non c'è posto per le anime candide, non c'è spazio per la moralità, in tale contesto futili come lo sbocciare di un amore verso una giovane fanciulla tedesca, ma solo un unico obiettivo: uccidere più avversari possibile e farlo con minori perdite. In alcuni punti il film è eccessivo e si cerca subito di toccare le corde dello spettatore con qualche scorciatoia splatter, ma le scene di battaglia sono girate egregiamente e la tensione si mantiene sempre a livelli elevati. Costumi, scenografie ed effetti speciali riescono a gettarti in prima linea. Il finale molto star & stripes indebolisce la struttura del reale, ma rimane un ottimo esempio di come un argomento trattato all'inverosimile possa ancora emozionare. Cruento.
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