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Fury

Regia di David Ayer vedi scheda film

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La recensione su Fury

di giurista81
6 stelle

Quinta pellicola del regista d'azione David Ayer, più noto in veste di sceneggiatore grazie a una serie di action movie di particolare culto quale l'eccellente poliziesco Training Day (2001), il war-movie U-571 (2000) con cui aveva debuttato a 32 anni nel cinema e i blockbuster Fast & Furious (2001) e S.W.A.T. (2003). Fury è probabilmente il suo miglior film, lo scrive e lo dirige avvalendosi di un budget di 68 milioni di dollari. Non poi molto se si pensa che Salvate il Soldato Ryan, girato sedici anni prima, è costato due milioni di dollari in più.

Ayer va sul sicuro. Ingaggia un attore di grande richiamo come Brad Pitt e gli cuce attorno un personaggio stile il tenente Aldo Raine di Bastardi Senza Gloria, anche se più indolente, meno spaccone e consumato da quei tormenti interiori che la guerra lascia nei cuori dei soldati. Costruisce poi un plot stile Salvate il Soldato Ryan. Abbiamo, ancora una volta, un piccolo gruppo di soldati chiamati a compiere una missione eroica ai limti del suicidio. Questa volta si passa dalla fanteria all'artiglieria pesante, essendo i protagonisti i componenti di un carro armato composto da cinque unità. Si mutua inoltre da Spielberg la figura del bravo ragazzo costretto a fare la guerra e in difficoltà nell'uccidere i nemici, tanto da far morire alcuni compagni di battaglia a causa di certi tentennamenti. Come per Spielberg assisteremo alla formazione di questo ragazzo, che trova la forza di combattere e di sopravvivere ai più duri compagni di avventura con Pitt nelle vesti del Cap. Miller di superiore-padre. Quest'ultimo ruolo viene affidato al 22enne Logan Lerman, reduce dal ruolo di D'Artagnan de I Tre Moschettieri di Paul W. Anderson.

Il plot viene portato avanti alla stessa maniera del Soldato Ryan con le truppe americane che avanzano per la campagna e conquistano città su città (questa volta siamo in Germania in luogo della Francia). Ayer intende mostrare il lato animalesco della guerra e lo fa dal versante americano. Non viene mostrata alcuna pietà nei confronti di un tedesco che si è arreso, che mostra le foto della famiglia. L'uomo viene ucciso con un colpo alla schiena e funge da cavia per l'iniziazione all'omicidio di Lerman che viene costretto da Pitt a sparare. La scena viene ripetuta poco dopo con un ufficiale delle SS giustiziato sommariamente sul campo perché si è macchiato del crimine di guerra di aver fatto impiccare alcuni civili che si erano rifiutati di difendere la Germana, lasciandoli poi penzolare per le vie con dei cartelli esemplari appesi al collo. Ayer cerca persino di far affezionare il pubblico ad alcuni personaggi marginali (come una ragazza tedesca che ha un fleurt con Lerman) per poi farli morire spietatamente, così da tirare un pugno nello stomaco dello spettatore. "Questa è la guerra!" commenta Bernthal, una follia in cui affezionarsi alle persone è un pericoloso lusso che può costare caro.

Non mancano poi passaggi in cui si cita la bibbia e altri dove il ritmo crolla vertiginosamente, si veda il pranzo con i componenti della squadra che litigano tra loro per via di due donne tedesche che sono state costrette a ospitarli.

Le scene dei combattimenti ci sono ma non sono preminenti (bello lo scontro tra due carri armati, uno tedesco e uno americano). Ayer opta soprattutto per combattimenti in notturna e ha una messa in scena stile i combattimenti di Terminator. Vediamo le fiammate delle mitragliatrici rappresentate quasi come laser di fucili futuristi. C'è anche un po' di splatter, qualche gamba mutilata dalle rose di tiro, teste esplose e cose del genere. La fotografia è molto cupa, asfissiante, da bene l'idea del polverone che si alza dai campi di battaglia. interessante la colonna sonora di Price (molto Goldsmithiana). Brillano poi le interpretazioni di Pitt e di Shia LaBeouf, bene anche gli altri.

Nel complesso un film che non annoia, che focalizza l'attenzione sulla crudeltà della guerra con un'atmosfera claustrofobica e una crudeltà di fondo marcata ma mai gratuita. Certo non si dice nulla di nuovo e non è un film fondamentale per il genere, comunque regala due ore di attenta visione. Più che sufficiente.

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