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Fury

Regia di David Ayer vedi scheda film

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La recensione su Fury

di giorgiobarbarotta
8 stelle

"Ho cominciato questa guerra uccidendo tedeschi in Africa, poi in Francia. Ora uccido tedeschi in Germania." E ancora "Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta." Con questi assunti si impone sul grande schermo un granitico Brad Pitt, in una delle sue più convincenti prove, ancora una volta anche in veste di produttore, oltre che di protagonista. Come in Lebanon, Leone d'Oro a Venezia qualche anno fa, un'altra pellicola vista pressoché interamente dall'ottica di un carrarmato, lì in modo sistematico e letterale, qui in maniera stilisticamente meno esasperata. Un manipolo di soldati ruota attorno al fulcro narrativo costituito da uno Sherman americano nella fase finale della seconda guerra mondiale. Destini che si intrecciano indissolubilmente. Storia di formazione e disperazione, di fede e di rassegnazione, di coraggio e follia, di senso del dovere e mancanza di vie di scampo. I primi quarantacinque minuti di questo solido lavoro di David Ayer, regista ex marine, autore di un cinema maschio e senza troppe velleità, scorrono via senza nulla aggiungere al genere, strada pluribattuta negli annali della settima arte. Nemmeno la cruenta scena del battesimo di morte imposto alla giovane recluta catapultata al fronte scuote più di tanto lo spettatore, ormai avvezzo a ogni genere di barbarie, cronaca e media a cavalcarne l'onda. Poi però succede qualcosa: il regista impone alla pellicola un andamento vagamente ondivago, lasciandoci trasportare sia dai diversi caratteri dei suoi personaggi, sia assecondando intelligentemente le dinamiche delle vicende raccontate. E allora le pause e le dilatazioni al ritmo incalzante delle battaglie e degli scontri d'arma da fuoco, di un realismo molto accurato ed efficace, lasciano spazio e campo a piccoli grandi scampoli di confronto, dialogo, tensione, riflessione, respiro. La sequenza in città nell'appartamento delle due donne, con cena e accoppiamento che anelano a una sorta di agognata normale quotidianità famigliare, e i brindisi conviviali prima dell'assalto finale delle SS, sorprendono per capacità di racconto. La sensazione del già visto è sempre dietro l'angolo, ma l'ottima prova degli interpreti, una sceneggiatura funzionale e una fotografia assai efficace, regalano alla visione indubbiamente un buon risultato. Suggestivo ed eccellente lavoro di scelta e montaggio sui titoli di coda con filmati originali d'epoca.

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