Regia di David Ayer vedi scheda film
Certamente è un buon film. Ma non ho ancora capito e non capirò mai (è un mio limite, lo riconosco...) che bisogno ci sia di raccontare l'uomo attraverso la guerra. Voglio dire: senza dubbio è una perculiarità del cinema farlo (raccontare l'uomo), ne è praticamente una necessità; e capisco anche che pure la guerra sia in qualche modo essa stessa una necesità dell'uomo. Ma sono sempre più convinto, anche dopo aver trepidato, e stretto i denti, e fatto salti sulla sedia ed essermi commosso durante la visione di questo Fury, che l'uomo che esce dall'esperienza della guerra sia sempre uno, uno solo, sempre uguale, sempre perdente, anche quando vince la guerra, quando si salva da eroe opurre da eroe muore... è sempre lo stesso personaggio, almeno dentro un cinema, in un film...
E così anche i nostri cinque eroi in marcia nel cuore della Germania prossima alla sconfitta ma ancor non doma rintanati nella loro casa bunker (tutti bravissimi, efficacissimi, potentissimi, meravigliosi), sono uomini già visti, già conosciuti, che non svelano nulla di nuovo, nè della guerra, nè di noi stessi.
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