Regia di William Brent Bell vedi scheda film
Annunciato fin dal titolo, generico ma anche allusivo, questa nuova pellicola horror nata nell'ambito di una logica produttiva indipendente racconta di una nuova trasposizione low budget del mito del Lupo Mannaro che cerca, con una certa volontà e qualche buona (!) idea, di aggiornarne il genere, ormai improbo alla possibilità a un qualche sviluppo davvero originale, contaminandolo con un procedural poliziesca su un massacro di una famiglia americana in vacanza in Francia e dell'avvocato chiamata a difendere il presunto colpevole.
Il regista William Brent Bell (The Boy, 2016) cerca di infondere tensione e a tenere alto il ritmo sfruttando l'escamotage dell'investigazione giornalistica, affidandosi al lavoro al montaggio di Robert Komatsu (Species IV – Il risveglio, le serie TV American Horror Story e la riedizione di The X-Files) e di Tim Mirkovich (The Messengers) e a uno script che tenta (inutilmente?) di collegare la licantropia a una implausibile origine scientifica equiparandola a una specie di malattia sconosciuta (idea apprezzabile ma adattata piuttosto malamente).
Per farla breve, La metamorfosi del male è un film fin troppo prevedibile e scontato, tutto succede esattamente quando e come deve accadere, senza sussulti (tranne nell'epilogo, quando improvvisamente sembra che ci siamo persi una parte del film), i personaggi sono piuttosto piatti e monodimensionali (specie il poliziotto che guida le indagini, fin da subito irritante e odioso, chissà come mai), plot twist spesso imbarazzanti per quanto sono telefonati, la tensione fatica a crescere, specie nella prima parte, e nella seconda, quando il film vira più verso l'Horror (o verso l'action?) quasi mai si riesce a creare dei veri momenti di paura.
Il cast comprende Brian Scott O'Connor, A. J. Cook, Sebastian Roché, Oaklee Pendergast, Vik Sahay, Stephanie Lemelin e Simon Quarterman.
VOTO: 4,5
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