Regia di Ben Stassen, Jeremy Degruson vedi scheda film
Il pelo fulvo come il micio di Oliver & Company, gli occhioni verdi come il Gatto con gli stivali di Shrek, il piccolo felino protagonista non ha la tenerezza del primo né la baldanza del secondo. Ma siamo di fronte a un certificato prodotto natalizio per famiglie, e tentando di essere più buoni indossiamo gli occhiali del bambino (di non più di 5 anni, quindi quasi fagocitato dalle lenti 3D). Abbandonato per strade sconosciute ma tratteggiate a misura di gattino/ragazzino, il batuffolo disegnato con la computer graphic s’imbatte in una singolare dimora: abitata da un anziano prestigiatore e dai suoi compagni di meraviglie pelosi o meccanici, retaggi animati di un incanto sorpassato. Il nipote del mago, agente immobiliare allergico alle perdite di tempo e ai gatti, è un esemplare poco sfaccettato dell’uomo contemporaneo: avido e per nulla poetico, vuole vendere la casa e quasi ci riesce quando il nonno finisce all’ospedale. Gli inquilini si oppongono, trasformando il castello in un tunnel dell’orrore nella scena più vicina ai ricordi dell’infanzia, impastata di eccitazione e brivido. Purtroppo la grafica netta e pulita non aiuta l’immedesimazione, sposandosi male alla morbidezza degli animaletti come alla polvere fatata e/o allergizzante che ci figuriamo sulle suppellettili (non a caso l’ambientazione più credibile è quella ospedaliera), ma probabilmente l’occhio del bambino di 5 anni segue con trasporto il dondolio del micio sulla palla da demolizione. A noi ricorda la parodia di un noto video di Miley Cyrus.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta