Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Rischia di affogare nel diluvio di rivisitazioni fiabesche contemporanee, Into the Woods, eppure il musical di cui è (abbastanza) fedele trasposizione cinematografica potrebbe dirsi antesignano di Shrek, Once Upon a Time e compagnia: esordio a Broadway nel 1987, in cantiere a Hollywood fin dagli anni 90, prende una manciata di personaggi iconici (Cenerentola, Cappuccetto rosso, Raperonzolo, Jack e i suoi fagioli magici) e frulla i loro destini con quelli di un fornaio, di sua moglie e della strega Meryl Streep, scaraventandoli tutti insieme in un bosco fatato, onirico e psicanalitico. Tra le fonti d’ispirazione del librettista James Lapine e del compositore Stephen Sondheim (Sweeney Todd) c’è Il mondo incantato di Bruno Bettelheim, rilettura freudiana dei racconti della buonanotte, ed ecco che i protagonisti, gorgheggiando e duettando, si scoprono lontani dagli archetipi manichei, attraversano una selva oscura di evoluzione e addirittura morte, si calpestano vicendevolmente in un groviglio indissolubile di ragioni e colpe, affrontano il dramma dell’atto successivo al lieto fine. Sorprendentemente, la produzione Disney non annacqua troppo le atmosfere dark e conserva (grazie anche alla convinzione degli interpreti) una rinfrescante dose di humour nero. La morale della favola, ovviamente, resta: occhio a quel che desideri e attento, perché i bimbi ci guardano. Ma è meno stucchevole di quel che t’aspetti.
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