Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Rob Marshall, dopo la parentesi avventurosa di 'Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare', con 'Into the Woods' torna al suo genere prediletto, cioè il Musical, questa volta contaminandolo con il fiabesco: infatti, il film è basato sull'omonimo testo per il palcoscenico scritto da Stephen Sondheim e James Lapine e da quest'ultimo sceneggiato e, con molte licenze (o strafalcioni a seconda da come lo si veda...), trae ispirazione da fiabe celeberrime come 'Cenerentola', 'Raperonzolo', 'Cappuccetto Rosso' e 'Jack e il fagiolo magico' o 'Jack e la pianta di fagioli', ad eccezione della quarta, tutte dei fratelli Grimm.
Marshall, a cinque anni dai disastri di 'Nine' col quale aveva tentato con una 'leggera' punta di presunzione di fare il suo 'Otto e mezzo', fallendo miseramente con un prodotto glamour e patinato lontano anni luce dal genio e dalla fantasia felliniani, riesce, non si sa se per puro miracolo o meno, a coniugare due medium che sulla carta appaiono di difficile convivenza come appunto la fiaba e il Musical, dando al film una plasticità invidiabile ed un ritmo, specie nei primi due terzi, a dir poco inarrestabile, che compensa in parte gli anzidetti 'pasticci' combinati mescolando con grande libertà i testi originari.
Da ricordare, tra le note più liete, la strega, interpretata dalla grande Meryl Streep, che ottiene l'ennesima candidatura agli Oscar (la n.19!), che tiene prigioniera Rapunzel nella torre e, allo stesso tempo, sotto scacco un fornaio (James Corden) e la bella moglie (Emily Blunt) che vogliono un erede, il piccolo Jack dell'omonima fiaba, reso validamente dal giovane, ma già ammirato in 'Les Miserables' nel ruolo di Gavroche, Daniel Huttlestone, Cappuccetto Rosso dell'esordiente ma già esperta Lilla Crawford, ben più memorabile della comparsata di un Johnny Depp nei panni del Lupo, ormai macchietta di se stesso e tutta la versione di Cenerentola, la più rispettata dal punto di vista filologico delle fiabe trasposte, tranne per un particolare, cioè che la ragazza, descritta come bellissima nel testo, sullo schermo non lo è di certo, avendo le fattezze di Anna Kendrick, brava ma non certo una bellezza, al contrario delle sorellastre, raffigurate in maniera affascinante.
Non rimarrano nell'immaginario le canzoni ma sono divertenti e ben cantate da tutti gli attori.
Non oso pensare, all'uscita da noi in primavera, e nella migliore delle ipotesi, se i distributori opteranno per una versione spuria come quella de 'Les Miserables' di due anni fa - con le parti cantate in originale e i dialoghi in italiano - che pasticcio ne sortirà fuori!
Voto: 7 (visto in v.o.s.).
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