Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Un bambino scopre di avere il dono dell'invisibilità e lo usa per conquistare la ragazzina che gli piace. Uno sconosciuto gli rivela che i superpoteri sono ereditari e li avevano anche i suoi genitori; ma loro sono morti e lui è stato adottato.
Un film diviso in due netti tronconi: la commediola fumettistica sentimentale e l'action movie sempre in territorio fantasy. Le due storie, è questa la cosa particolare del film, non hanno sufficiente legame fra loro: è come se Salvatores avesse voluto girare due mediometraggi e incollarli forzatamente assieme per arrivare a raggiungere la durata standard di cento minuti. Il risultato è naturalmente sgradevole e posticcio, proprio come la recitazione del suo protagonista, e insapore nei suoi momenti migliori. L'analogia con le doti attoriali del giovane esordiente Ludovico Girardello non è da sottovalutare: pare infatti che Salvatores, entrato nei sessanta (anni di età; classe 1950), abbia voluto cominciare una nuova fase di sperimentazione artistica; dopo un'intelligente commedia nettamente al di sopra della media italica (Happy family, 2010) è stata la volta del gangster movie nero come la pece Educazione siberiana (2013), dal cast internazionale, e ora - passando per il disastroso e impersonale pastrocchio 'social' Italy in a day (2014) - arriva questo prodotto fantasy-adolescenziale con protagonista un ragazzino, ennesimo tentativo di variare la posizione delle carte in tavola per il regista. Gli va molto meglio, ma non sorprende visti i nomi, con il resto del cast: Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Kseniya Rappoport, con una particina riservata a Vilius Tumalavicius, già visto in Educazione siberiana. Da biasimare il fastidioso ripetersi compiaciuto degli effetti speciali tesi a rendere l'invisibilità del ragazzino nella fase centrale del film; sceneggiatura di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. 3,5/10.
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