Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Ancora faccio fatica a capacitarmi di come Salvatores abbia fatto a realizzare un film così brutto e poco curato nei dettagli. Proprio QUEL Salvatores che in passato ho tanto amato, quel Salvatores dirompente, coraggioso, che sapeva osare ed esplorare territori impensabili per i registi italiani. OK, diamogli atto anche stavolta di avere OSATO. Solo a lui, infatti poteva venire l'idea di lottare e cercare finanziamenti per un'opera italiana con protagonista un super eroe. L'idea era fantastica, stimolante, assurdamente originale. Ma...il risultato finale è un film per molti versi imbarazzante. Di critiche da fare ce ne sarebbero a iosa, e non ne lascerò nessuna intentata, ma direi -visto che le cose da salvare sono decisamente minime- di cominciare proprio da quelle poche. Intanto le musiche, a cui il regista dedica tradizionalmente grande attenzione, qui scelte con accortezza e buon gusto. Poi c'è Mario. Un cagnolino bianco con qualche macchia nera che purtroppo si vede troppo poco ma quanto basta per apparire delizioso e che attira la voglia di coccole. E infine la presenza di un'attrice che seguo con ammirazione da sempre. almeno da quando GiuseppeTornatore la volle come protagonista per il suo "La Sconosciuta" che le valse il David di Donatello come miglior attrice: E fu allora che (da apassionato cinefilo ovviamente, qui non si parla di affetti veri) me ne innamorai perdutamente. Attrice pregevole che coincideva con donna bellissima e affascinante. E ancora non mi è passata, tanto che -ancorchè in un film così poco riuscito- l'ho apprezzata e ancora non so dire se più per il suo talento o per il suo fascino di splendida donna dell'est (è di Leningrado). Ma detto di colonna sonora, cagnolino e Ksenia Rappoport (ne avevo omesso il nome, che sbadato!), non resta altro da apprezzare. La vicenda è quella che è, scontatissima seppure in un ambito originalissimo per il cinema italiano. Quello che è scontato sono i dialoghi (imbarazzanti, tutti!!) i meccanismi mentali dei vari ruoli (spesso assurdamente banali), i rapporti tra i vari personaggi quasi sempre scombiccherati, le caratterizzazioni (imbarazzanti da paura pure quelle!), una sceneggiatura sconcertante, degli attori (anche celebri e di conclamato talento) che qui danno il peggio di se', recitando (sembra) "a cazzo" (della serie "buona la prima") senza apparente impegno. Per tacere poi del ragazzino invisibile, che davvero non so capire come Salvatores lo abbia selezionato tra centinaia di candidati (inespressivo e insipido). E già che ci siamo diciamola tutta. Si avverte il fastidio di un audio da "presa diretta" che penalizza le voci degli attori, che spesso ritroviamo più che a parlare, direi piuttosto a bisbigliare o a bofonchiare. Poi ci sono disseminate qua e là altre cose che mi hanno irritato, attenzione che sto per dire una cosa delicata...Il giovane eroe quando diventa invisibile, viene ripreso spesso totalmente nudo (di spalle ovviamente) sicchè vediamo in abbondanza il suo bel culetto, ma quando lui entra (ovviamente da invisibile) in uno spogliatoio femminile per osservare in segreto la sua bella, ecco che le pischelle Salvatores ce le mostra VESTITE, oh manco un seno di striscio, e qui non vorrei essere frainteso, nessuna morbosità o malizia (anche perchè si parla di minorenni) ma possibile che lui sempre chiappe all'aria e le ragazzotte sue coetanee vestite di tutto punto? Bah! E siamo solo a metà di questa mia demolizione, coraggio che ce n'è ancora. Abbiamo una galleria di adolescenti disgustosi, a partire da un cicciottello saputello che è una macchietta fra le più brutte mai viste al cinema. Una professoressa stra convenzionale, poi ancora la sorellina del protagonista che avrei voluto massacrarla per quanto è antipatica invadente e soprattutto sciocca. Assolutamente insopportabile poi il ruolo del padre autentico del giovane eroe, raffigurato coi ridicoli connotati estetici di un chitarrista di band heavy metal, uno spasso involontario. E i bulli compagnucci di scuola del protagonista? insopportabilmente convenzionali e con caratterizzazioni calcate a forza in modo tremendo. E infine, del reparto "Attori Famosi", no dico, ne vogliamo parlare? Una Valeria Golino mamma improbabilissima che con questa prestazione assesta un colpo assai duro ad anni ed anni di una carriera disseminata di onore e talento (e da ultimo anche una regìa pluripremiata), e che qui sembra partecipare ad una scampagnata. Ma è nulla rispetto ad un Fabrizio Bentivoglio ripugnante, da massacrare, ancorchè non certo aiutato da un ruolo scritto in sede di sceneggiatura da qualcuno che non ci stava con la testa.
Vabbè ho fatto molta ironìa, forse troppo acida, ma non volevo prendere troppo seriamente un film che ho trovato a tratti disturbante. Ma ora voglio concludere rivolgendomi (stavolta seriamente) ai tanti critici che hanno preso sul serio un aspetto del film. Essi affermano (praticamente in coro) che è soprattutto apprezzabile come Salvatores abbia voluto affrontare la metafora tra le "prove" che un super eroe deve superare e la vera sfida che il nostro protagonista si trova davanti, cioè quella di confrontarsi col difficile passaggio dall'infanzia (o dall'adolescenza) alla maturità consapevole di chi si affaccia sul mondo degli adulti. Ecco, io a questa moltitudine di critici cinematografici faccio una sola semplice domanda: "ma cosa vi siete fumati??" PS: per i professorini nerd, ho già la risposta pronta: il fumetto non l'ho ancora letto e non so se mi andrà di farlo, grazie.
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