Regia di Morten Tyldum vedi scheda film
Quando si decide di raccontare un pezzo di storia si sa che, nella maggior parte dei casi, si finisce per risultare "pesanti" con la conseguente perdita di spettatori paganti che già sono meno di quelli che solitamente affollano le sale. L’ultima opera di Morten Tyldum è l’eccezione alla regola. Sarà per il protagonista, Benedict Cumberbatch, osannato da pubblico e critica ma in cui non vedo la scintilla della recitazione, sarà per il modo leggero, a mio parere fin troppo, con cui affronta un delicato e piuttosto affascinante, arco di tempo storico combaciante con la seconda guerra mondiale. Manca proprio quel fascino che m’aspettavo e che più volte ho ritrovato nei freddi documentari sulla questione, laddove nemmeno la fotografia alza il livello della visione, tantomeno qui dove le luci non illuminano quel cast che annaspa nello sviluppo di un personaggio. Non aspettatevi una biografia ne il racconto di quello specifico pezzo di storia ma piuttosto un mix, dosato nella giusta misura, che non resterà comunque ramificato nella cinefila (mia) memoria.
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