Regia di Morten Tyldum vedi scheda film
Anni, 50, Inghilterra. Alant Turing, matematico, riuscì con l'aiuto di alcuni cervelloni tra cui una donna, a creare una macchina che riusciva a decifrare i codici ideati dai nazisti per comunicare segretamente le operazioni militari. Fu condannato per omosessualità e si suicidò a 41 anni.
Mah.. sono andato al cinema dicendomi "questo film mi pare il meno peggio che c'è nella multisala non lontana da casa mia", anche perché se ci fossero stati "Le dernier coup de marteau" presentato quest'anno a Venezia, oppure "The Tribe" che ha vinto la Semaine De La Critique a Cannes sarei corso a vedere quelli, ma ohimè ovviamente non erano in cartellone da nessuna parte dato che chissà perché probabilmente non saranno mai distribuiti in Italia...
Detto ciò, cosa mi aspettavo quindi da "The Imitation Game", film in attesa di qualche Oscar, magari per il protagonista maschile, Benedict Cumberbatch? Mi aspettavo un film di facile presa emotiva, con una ricostruzione dell'ambiente "impeccabile" (tradotto cartolinesca), attori di grande capacità e una storia in grado di piacere a un pubblico vasto e abbastanza eterogeneo. E questo è quello che ho trovato, le aspettative non sono state disattese. Perché il film cresce in tensione ed arriva ad emozionare lo spettatore, perché la fotografia è un piacere per gli occhi (?), e gli attori, in particolare Benedict Cumberbatch, fanno un lavoro a dir poco egregio.
"Film Tv" gli appioppa il pollice verso scrivendo che "fare di Alan Turing un promartire della causa gay potrebbe anche essere giusto, se alla base dell'operazione ci fosse un film e non una mera manovra di marketing". Molto probabilmente non hanno tutti i torti, certo le intenzioni non saranno le più nobili, certo non ci saranno grossi sorprese nella sceneggiatura, certo non ci saranno grandi colpi di regia… Ma il film ci consente comunque di avvicinarci ad una figura di grande interesse come quella di Turing e se non altro di non rimpiangere il prezzo del biglietto. Voto: 6/7
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