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The Imitation Game

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Imitation Game

di alan smithee
6 stelle

locandina

The Imitation Game (2014): locandina

La tormentata storia del padre dell'informatica e del computer - ovvero la storia del matematico che, con le intuizioni frutto della sua brillante, avveniristica e per quei tempi decisamente folle idea di riprodurre artificialmente un cervello che “imitasse” ciò di cui all'uomo fu fatto dono esclusivo rispetto ad ogni altra specie vivente - viene portata sullo schermo dal regista norvegese Morten Tyldum; un cineasta conosciuto e piuttosto apprezzato per il precedente e riuscito “Il cacciatore di teste” e che questa volta, finanziato dall'americana Weinstein Company di Bob ed Harvey, finisce inesorabilmente per essere soggiogato dagli irresistibili richiami calligrafici- ricostruzioni laccate di periodi del nostro passato non lontano, che sono spesso i migliori richiami attira-Oscar, occasione a cui spesso mirano i due ambiziosi e calcolatori fratelli produttori di cui sopra, finendo inesorabilmente per segnare i limiti di quella che poteva a tutti gli effetti risultare una straordinaria storia (vera).

Benedict Cumberbatch

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch

Quella di un eroe vilipeso, ripudiato e portato al suicidio dalla solita gretta e preconcetta piccolezza del genere umano, intelligente forse, ma anche limitato e reso imperfetto da ordini e regolamenti che egli stesso si auto-impone da sempre, con malcelata ed autodistruttiva tendenza a farsi del male contro ogni ragionevolezza e raziocinio.

Benedict Cumberbatch, Rory Kinnear

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch, Rory Kinnear

La vita tormentata e drammatica del matematico Alan Turing, l'accettazione della sua diversità “sessuale” che lo isola già dall'infanzia, la sua brillante iniziativa volta a decifrare il codice segreto nazista Enigma, dietro il quale si nascondono i biechi piani nazisti di conquista del globo e di purificazione della razza, e la condanna dello stesso uomo quando, in periodo di pace, viene accusato di molestie ad un ragazzo nella società più blasonata dell'Occidente progredito, che tuttavia ha considerato fino al fine anni '60 l'omosessualità un crimine, viene raccontata su tre piani temporali differenti che si intersecano tra di loro in modo sin troppo artificioso, centrando la storia sui frenetici tentativi del matematico e del suo affiatato gruppo di lavoro, per fare in modo che la loro macchina scoprisse la chiave per tradurre quei messaggi chiave.

Benedict Cumberbatch, Keira Knightley

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch, Keira Knightley

Certo le ricostruzioni d'ambiente laccate e fastidiosamente impeccabili, i costumi di una società patinata e vezzosa sono troppo al centro di una produzione che guarda troppo alla confezione, mentre avrebbe a disposizione una storia potente che andrebbe valorizzata nei contenuti e nella forma.

Per fortuna lo straordinario attore Bendict Cumberbatch riesce nel miracolo - non riuscito a pellicole bolse ed immeritatamente premiatissime della stessa casa produttrice del passato, primo fra tutti l'imbarazzante “Il discorso del re” - di salvare almeno in parte le redini di un film che, soffocato da tanto manierismo, possiede tuttavia la forza di una interpretazione potente che valica ogni più castrante barriera di asfissiante perfezionismo.

Benedict Cumberbatch, Matthew Goode

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch, Matthew Goode

E, per dirla tutta, la spesso insopportabilmente smorfiosa Keira Knightley, qui impegnata nel ruolo della scienziata legata a Turing da una unione che va ben oltre le più consuete e “naturali” ragioni attrattivo-affettive, appare qui molto più brava e convincente che in ogni altra sua anche meno recente interpretazione, rendendocela per l'occasione molto più fondamentale ed accettabile del solito. Da citare pure quell'ottimo Rory Kinnear, già visto ed apprezzato nella miniserie Southcliffe.

 

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