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The Imitation Game

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Imitation Game

di axe
7 stelle

A seguito di un furto in un appartamento di Manchester e della singolare accoglienza che il proprietario, il professore universitario Alan Turing, riserva ai poliziotti, è aperta un'indagine a carico del docente, i cui trascorsi in tempo di guerra sono avvolti nel mistero. Siamo negli anni '50, piena Guerra Fredda, e si sospetta che l'uomo sia una spia sovietica. L'ipotesi è rapidamente scartata; gli inquirenti scoprono l'omosessualità di Turing, all'epoca fattispecie di reato nel Regno Unito e, contemporaneamente, il passato eroico dello stravagante professore, il quale, con la propria attività, ha contribuito alla sconfitta della Germania nazista. Ciò non gli risparmia il pubblico ludibrio ed l'avvio ad un percorso di "recupero" cui è destinato a non sopravvivere. Il regista norvegese Morten Tyldum racconta la storia del matematico e crittografo inglese Alan Turing, alternando sequenze dedicate a tre momenti della sua vita. Gli anni del college, durante il quale egli prese coscienza della propria omosessualità e del proprio genio; la sua particolare espressività lo rese inviso ai compagni di corso, che lo perseguitarono con atti di quello che oggi chiamiamo "bullismo". Il periodo della guerra, che egli trascorse, a capo di un team, lavorando alla decifrazione, tra mille difficoltà, intrighi e pressioni d'ogni genere, del codice di Enigma, la macchina di cifratura che garantiva la segretezza delle comunicazioni militari tedesche. Infine, i giorni in cui la sua omosessualità fu resa pubblica; dell'umiliante condanna alla castrazione chimica, al vacillare della ragione. La sintesi delle tre narrazioni è la caratterizzazione di una personalità controversa; Alan Turing, geniale e coscenzioso ricercatore, aveva un carattere superbo e stravagante, in grado di alienargli le simpatie altrui. Consapevole delle proprie capacità e del proprio rigore morale, trattava gli altri con superiorità, interpretando alla lettera le loro parole, spesso spiazzandoli. Non mancava di giocare con i sentimenti delle persone con le quali entrava in contatto. La costruzione della macchina in grado di decifrare i messaggi criptati divenne ben presto la sua ossessione; l'ingombrante manufatto, uno strumento di calcolo antesignano dei moderni computer, della scienza dei quali Turing è considerato un pioniere, ebbe il nome di "Cristopher", ispirato da un triste e segnante evento dell'adolescenza del suo creatore. Riusciti nella corretta programmazione della macchina, i membri del team si trovarono di fronte ad un dilemma morale; divulgare la loro scoperta immediatamente o lasciar credere ai tedeschi che il loro segreto fosse ancora tale, in modo da carpire quante più informazioni possibili, ma generando un altissimo numero di vittime collaterali. Si scelse, a malincuore, per la seconda possibilità. A guerra finita, i membri della squadra di ricerca furono tenuti al rispetto del segreto militare; dunque non fu reso pubblico il loro contributo in favore della vittoria alleata e molta della documentazione prodotta fu distrutta. Quando, anni dopo, Turing si trovò in una posizione imbarazzante ed umiliante, i meriti del suo passato non gli furono d'aiuto. Il regista coglie l'occasione per ricordare la persecuzione degli omosessuali in Gran Bretagna; a migliaia ne furono condannati, previe accuse di "atti osceni". Il personaggio di Alan Turing è interpretato da Benedit Cumberbatch, attore britannico dal volto affilato, i tratti somatici pronunciati, uno sguardo penetrante, che ben rende la caotica vitalità interiore del celebre matematico. I toni del racconto sono drammatici; sin dall'inizio della narrazione emerge il contrasto tra le varie fasi della stessa; alla tragica epicità degli anni del conflitto, s'alterna la scialba pacatezza, resa anche da una fotografia dai colori meno intensi, del periodo successivo. Ne emerge un senso di amarissima ironia; un eroe di guerra di primo piano, destinato a rimanere nell'oscurità a causa di esigenze di sicurezza, costretto a difendersi da accuse pretestuose, e pubblicamente umiliato per un fatto che oggi non è più considerato ne' reato, ne' immorale. "The Imitation Game" è un'opera di valore, sia quale biografia, sia quale film storico. Il regista tratteggia il protagonista evidenziando il suo genio debordante nella follìa; il suo ego smisurato. Ne racconta le sofferenze. Rende noto il doppio ruolo di oscuro eroe del suo tempo e valente scienziato, le cui teorie - comunque appena accennate - sono alla base della moderna informatica. Al tempo stesso, racconta la Gran Bretagna borghese del secolo scorso. Perbenismo, salvaguardia delle apparenze non furono mai tralasciate, neppure durante i cupi anni dei sacrifici, dei lutti, della guerra in cielo, in terra, in mare, con conseguenze di certo non gradevoli per chi, dal resistere di quella morale, aveva tutto da perdere.

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