Regia di Jacques Ouaniche vedi scheda film
La cine-biografia del campione mondiale dei pesi mosca Victor Perez viene rivisitata, con una scelta da un lato emotivamente comprensibile, ma anche un po' vecchia e scontata, per non dire televisiva e piatta, dal momento dell'ultimo drammatico combattimento nel campo di concentramento, quando spossato dal freddo, denutrito e disidratato, è costretto a sfidare il campione tedesco di oltre 20 kg più pesante di lui e, diversamente da lui, in perfette condizioni fisiche e di allenamento. Un combattimento impossibile che tuttavia nasconde, neanche molto celatamente, il coraggio di una sfida persa in partenza, ma che saprà trovare il giusto riscatto nella memoria di chi riuscirà a sopravvivere alla follia dell'olocausto. Ecco che a quel punto la vicenda ci trasporta, con un flashback un po' scontato e prevedibile, ma a quel punto inevitabile, al momento della scoperta del talentuoso tunisino dal pugno a raffica, come una mitraglia, che abbatte gli sfidanti sino a farsi strada nell'olimpo della propria categoria. Ebreo e quindi destinato ai campi di sterminio, la figura di Victor Young risalta per vigore, determinazione e coraggio nell'andare avanti sino a sacrificarsi per il suo principale compagno di vita ed avventure agonistiche, che saprà, proprio grazie a tale provvidenziale miracolosa fuga, salvaguardare almeno nel ricordo e nella memoria, la nobiltà d'animo di uno sportivo eroico poco appariscente e quindi tutto da scoprire. Nobiltà di intenti innegabile per un film purtroppo piuttosto piatto e televisivo che stride di una sceneggiatura scontata da fumettone da prima serata, prevedibile e forte di una fotografia ad effetto che divide sin troppo marcatamente - da risultare scolasticamente puerile - la parte grigia ed oscura del campo di concentramento in antitesi sin troppo elementare con il flashback illuminato dal sole caldo e disincantato della nascita "tunisina" del campione.
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