Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Tragica fuga di un criminale dall’Italia alla Francia dopo anni di assenza: al momento dello sbarco a Mentone perde moglie e complice in uno scontro a fuoco con la polizia, riesce a raggiungere Parigi con i due figlioletti, ma i suoi ex soci sono ormai diventati cittadini rispettabili e non si mostrano molto contenti di vederlo; lo aiutano in modo disinteressato solo due giovani, uno che spera di fare carriera nella mala e un altro che invece è rimasto al palo. Di Sautet preferisco i drammi sentimentali, ma anche questo noir non è affatto male: brusco, tesissimo, si rilassa solo nei brevi momenti di idillio fra Belmondo e la Milo (!). Si sente la mano di uno come José Giovanni (autore del romanzo e cosceneggiatore), che notoriamente parlava di cose che conosceva bene: anche qui, pur mostrando un protagonista violento e brutalmente determinato, riesce comunque a farci parteggiare per lui, mostrandolo migliore dei vecchi compagni imborghesiti (ma rimasti disonesti nell’animo) e facendoci percepire tutta la sua stanchezza per una vita di fughe e solitudine. I dialoghi sono un po’ compassati, forse anche per effetto del doppiaggio. La voce off all’inizio può sembrare gratuita; ma il modo in cui conclude il film, raccontando la sorte di Ventura senza che ci venga mostrato nulla, mi sembra il più azzeccato possibile.
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