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Asfalto che scotta

Regia di Claude Sautet vedi scheda film

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La recensione su Asfalto che scotta

di bradipo68
8 stelle

Abel Davos ha una vita votata al crimine.Nonostante abbia con se anche moglie e due figli non cerca di cambiare quelle che sono le sue coordinate morali.Le nasconde semplicemente ai figli anche quando rimangono da soli e in fuga dopo un avventuroso(e sanguinoso,muoiono in un conflitto a fuoco con la polizia il suo amico/complice Raymond e la moglie) rientro in Francia,Solo,braccato riesce a nascondersi(ma è veramente difficile celarsi alla polizia quando si hanno due bambini piccoli al seguito) in attesa che i suoi vecchi complici della mala parigina mandino qualcuno per prelevarlo e riportarlo a Parigi dove è sicuramente più facile nascondersi e dove può usufruire degli appoggi giusti.Gli mandano un giovane autista,Erik Stark,al soldo del miglior offerente e lo riporta senza intoppi.Quando arriva a Parigi Abel si accorge che qualcosa è cambiato,anzi tutto.I suoi complici di una volta lo trattano come un peso,l'amicizia è diventata un pallido ricordo ,si ritrova praticamente da solo e può contare unicamente sull'amicizia di Erik che cerca di aiutarlo in qualche maniera,dandogli persino un posto dove dormire.A questo punto Abel decide di agire da solo e contro i suoi ex complici a cui la farà pagare molto cara.Asfalto che scotta è un polar tipicamente francese che però ha assimilato la lezione del gangster movie americano.Chi conosce il Sautet, superbo narratore di geometrie sentimentali qui probabilmente sarà sorpreso.Si trova di fronte una narrazione schietta,dura,quasi documentaristica nella prima parte(la rapina in strada a Milano e la fuga verso la Francia) con sequenze molto dirette,brevi senza fronzoli ma terribilmente efficaci.Poi viene fuori l'anima noir del film.Abel è braccato, i suoi ex amici decidono che cosa fare di lui.Suo malgrado  Il bandito sanguinario diventa quasi una vittima,una sorta di antieroe che dimostra di essere  l'unico ad avere il senso dell'onore e dell'amicizia.La polizia sta a guardare mentre nel mondo del crimine Abel cerca di vendicarsi dei suoi ex amici.Ma quale può essere il destino di un uomo rimasto solo contro tutti?Lino  Ventura è magnifico nella parte di Abel,bandito senza pietà eppure vincolato a doppio filo da legami familiari che ne condizionano le azioni(i figli vengono prima di ogni cosa) e da un senso dell'onore e dell'amicizia che è quasi ossimorico in un uomo della sua risma.Eppure un uomo che ha un animo mosso da così nobili intendimenti (se confrontato con quello dei suoi ex complici) nel mondo tinteggiato di noir di Sautet è destinato a essere solo e a perdere la propria battaglia.Da segnalare la presenza  dell'astro nascente Belmondo nella parte molto fisica di Stark e la presenza di Sandra Milo nelle parti di un 'attricetta in cerca di scrittura(innamorata di Stark dopo che è stata praticamente raccattata sulla strada per Parigi) in versione mora.

Su Claude Sautet

regia secca ed efficace

Su Lino Ventura

favoloso come al solito

Su Jean-Paul Belmondo

allora era in rampa di lancio

Su Sandra Milo

almeno non fa danni

Su Marcel Dalio

notevole

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