Regia di Fabio Segatori vedi scheda film
Ex militante di “Filmcritica”, rivista cui ha dedicato il libro L’avventura estetica: Filmcritica 1950-1995, Fabio Segatori, passando dietro la macchina da presa, ha sempre tentato di dare vita a un cinema italiano di genere che fosse interfacciato con quanto si muove al di là dei confini nazionali. Appassionato del cinema di Hong Kong e documentarista sui generis (il “tonyscottiano” I gladiatori del calcio), ha realizzato film in trasferta Usa (Hollywood Flies), prodotto horror come The Ghostmaker di Mauro Borrelli e Legami di sangue di Paola Columba. Con Ragazze a mano armata, Segatori s’inserisce nel tessuto della commedia giovanile e, naturalmente, scopre che non c’è poi mica tanto da ridere. Alle prese con la precarietà e l’assenza di una prospettiva di futuro praticabile, le protagoniste dell’opera di Segatori devono fare i conti con la terra bruciata (citando il suo esordio) che le circonda. Una fascinosa rapinatrice, un borsone pieno di soldi che finisce, gli elementi che fanno virare la commedia in thriller. Film volenteroso, Ragazze a mano armata, soffre delle inevitabili limitazioni di budget e certe approssimazioni di recitazione pesano più del dovuto. Eppure, nonostante tutto, il piacere visibile di Segatori e la sua fede nel progetto permettono alla pellicola di restare dignitosamente a galla nonostante le insufficienze di alcuni reparti.
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