Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Un film brutto, molto brutto... “e fatto male” (si dice dalle mie parti). Tre episodi con un filo conduttore unico, quello della “fortuna”, che si sfilaccia nell'ultimo episodio con Lillo e Greg.
Il primo capitolo ha come protagonisti Luca e Paolo, impegnati nel ritrovamento di un biglietto del lotto con una cinquina vincente.
Nel secondo c'è il veterano Cristian De Sica (che scimmiotta sempre più il ricordo del padre), con un Francesco Mandelli nelle vesti di un irriducibile menagramo.
Nell'ultimo ci sono Lillo e Greg, due fratelli, Greg è una specie di Edward mani di forbici mischiato con Forrest Gump, che porta un “colpo di fortuna” alla famiglia.
Che dire? Che una recita scolastica o di parrocchia è recitato e sceneggiato meglio di questo? I peggiori di tutti sono sicuramente Luca e Paolo (Paolo in primis): mediocri, impacciati, oserei dire inutili... chiunque poteva essere preso al loro posto e con migliore risultato.
Inoltre lo sponsor ufficiale del primo episodio, una famosa compagnia di crociere, ha imposto la location in una Napoli sempre meravigliosa, ma davvero fuori luogo e inconcepibile, vista la natura genovese dei due protagonisti. Forse per questo ci hanno inserito forzatamente alcuni giocatori del Napoli F.C., così... a casaccio, tanto per rafforzare il consenso di un pubblico meridionale.
Il risultato finale è davvero pessimo, confuso, senza senso... da prendere e andare via dopo solo 10 minuti.
Cristian De Sica è forse il migliore in questa “armata Brancaleone” dei poveri, come dire che un orbo in una compagnia di ciechi ci vede... e mi sono meravigliata a sorridere per alcune sue smorfie. In questo episodio, in cui interpreta un ricco industriale di lane cachemire, riesce a tenere la parte forse proprio perché di soli 30 minuti circa, questo è certo l'unico aspetto positivo di questa nuova formula dei cinepanettoni a episodi: che per lo meno la “tragedia” è divisa in più parti, e la sceneggiatura non deve fare salti mortali per reggere la durata di un intero film.
Lillo e Greg sono la vera delusione di tutto questo ambaradan: mi sono sempre stati simpatici presi a piccole dosi in tv, purtroppo in un intero episodio non riescono a mantenere il loro umorismo un poco grottesco.
Il loro capitolo è certamente il più fuori tema dei tre... anche se infine c'è inserita una “sparuta” Raffaella Carrà, di cui sono una irriducibile fan, che ha risollevato lo spirito.
Risultato finale: tristezza infinita e la voglia di tornare subito a casa a vedermi un bel film.
Ho notato comunque che, in confronto ad un paio di anni prima, c'era molta meno gente al cinema, nonostante lo spettacolo fosse quello pomeridiano di punta. Meno gente e molte meno risate rispetto al cinepanettone classico ambientato a Cortina del 2011. Persone che si alzavano dal loro posto più volte, cellulari che suonavano in continuazione, bimbi che parlavano, barattoloni di pop corn che viaggiavano attraverso più mani... insomma molta molta poca partecipazione e poco divertimento.
Personalmente ho rilevato anche una minore presenza di battute volgari e “pecorecce”, che divertivano moltissimo in sala, forse volevano essere sostituite da una sceneggiatura a episodi più scorrevole e composta da avvenimenti divertenti (la perdita di memoria e del biglietto del lotto? Lo jellatore porta sfiga? Il fratello scemotto?) che dovevano coinvolgere lo spettatore in maniera più semplice e corretta.
Operazione NON riuscita assolutamente. Le storie sono cretine, di nessuna originalità, sviluppate alla meno peggio, senza nessun tipo di impegno.
I comici televisivi recitano come in spot pubblicitari, riciclando smorfie e battute già collaudate in sketch di pochi minuti in tv. Completamente sparita la figura della “bellona” di turno, nessun ammiccamento ad intrecci amorosi piccanti, nessuna tresca. In pratica con questa “nuova formula” si sono eliminati tutti gli elementi volgari per creare un prodotto di “consumo famigliare”, purtroppo gli sceneggiatori (forse assuefatti oramai a certi lavori mediocri) non hanno saputo sfruttare l'aria di cambiamento per poter essere creativi, anche se con un tema così banale come la fortuna/jella.
Bocciato in pieno, senza riserve.
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