Un omicidio brutale di un poliziotto, una pena scontata per 18 anni; la possibilita' di ricominciare una nuova vita, ormai quarantenne, forte di una nuova fede a sostenere un cammino sempre in bilico sul precipizio che ben si conosce.
Nelle sterminate pianure desertiche al confine tra Messico e Usa, dove la vita umana si baratta e si compra tramite traghettatori di anime senza scrupoli o remore alcune, per un odissea dal purgatorio ad una terra promessa che spesso e' solo un miraggio, William Garnett, il gigante nero appena posto in liberta' condizionata, si trova ben disposto a ricominciare una vita onesta e low profile: trova un lavoro umile ma gratificante in una fattoria, apre un conto e proprio in banca incontra quella che appare come la sua anima gemella.
Sulla sua spalla destra troviamo la corpulenta agente Emily Smith (Brenda Blethyn in un ruolo "fisico" e muscolare per cui francamente non l'avremmo immaginata, ma che riesce comunque a reggere con disinvoltura, da splendida attrice che ben conosciamo), angelo custode integerrimo e pure severo posto a controllare le mosse del rilasciando, occupata con tutta se stessa a scacciare le intemperanze e le pulsioni di un carattere facile a surriscaldarsi del suo assistito; sul lato sinistro troviamo un vecchio sceriffo Bill Agati (Harvey Keytel sornione e rancoroso) che non ha dimenticato l'uccisione brutale del suo collega e non riesce ad accettare che dopo 18 anni tutto possa tornare come se nulla fosse accaduto.
Inutile dire che il girone infernale riassorbira' nel suo interno l'anima dannata e che il giro della vita e della violenza ad essa annessa, si ripeterà fatalmente ed inesorabilmente nel suo dramma e nella sua spietata fatalita'.
Il bravo Bouchareb dirige un noir asciutto e spietato come un western crepuscolare che non si cura di giudicare né di moraleggiare, ma solo di documentare come i destini concentrici e beffardi del male siano davvero duri da allontanare.
La sfortuna e le ingiustizie di una vita crudele e da vivere in un angolo tra i più piu' pericolosi e dannati del traffico di vite e stupefacenti tra due civiltà, due contimnenti e in sostanza due emisferi, faranno sì che ogni sforzo risulti solo una pura illusione che non potra' concretizzarsi neppure armati delle migliori intenzioni.
E sotto un cielo immenso, bello e potente come l'universo, tra le rocce millenarie desertiche e distese di sabbia solcate da cavi elettrici ramificati come ragnatele di una civiltà che avanza, si consuma la tragedia ineluttabile, già tristemente nota.
Ottima trasferta americana per il regista franco/algerino Rachid Bouchareb, che si attornia di un trio di attori (Whitaker, Blethyn, Keytel) gia' noti per la loro versatilita': l'odissea tragica del gigante nero buono ma fragile, il ghost dog, il maggiordomo del presidente, l'ultmo re di Scozia, il sassofonista Bird, un attore immenso che qui come ovunque si districa goffo ma indimenticabile, amabilmente strabico e unico tra angeli (Blethyn) e demoni (Keytel), per ripiombare ancora piu' a fondo di dov'era finito da quasi un ventennio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta