Regia di Marc Bauder vedi scheda film
«Quando guadagni 100 mila dollari al mese, non hai più interessi in comune con gli amici. Non hai più nemmeno bisogno del mondo reale». Rainer Voss, ex operatore finanziario dalla carriera fulminante, poi fulminata dalla crisi bancaria del 2008, sintetizza così l’estraneità totale del mondo degli investitori di borsa rispetto alla vita vera. In un palazzo di vetro e acciaio a Francoforte, un tempo sede del suo ufficio, emette sentenze glaciali verso la macchina da presa di Bauder, in una lunga intervista che, concentrando lo sguardo su un solo individuo, riesce a spalancare l’orizzonte sul macroorganismo del Mercato. Un animale incapace di apprendere dai suoi errori: «Solo i sempliciotti possono pensare che le banche sappiano imparare», chiosa gelidamente Voss. Ingabbiato nelle architetture asettiche dell’edificio, chiuso da pareti paradossalmente trasparenti, Voss più di una volta richiama alla mente (con le ovvie e doverose differenze etiche) il processo Eichmann: nella sua descrizione impassibile dei danni provocati da un lavoro che non contempla responsabilità individuale, la vita del trader diviene qualcosa tra il monastero («non pensi di cercare un lavoro che si adatti alla tua famiglia, piuttosto cerchi una relazione che si adatti al lavoro») e l’esercito. Un sistema le cui logiche nulla hanno a che vedere con l’uomo, con i suoi bisogni e volontà, ma solo con quelli del capitale: il film di Bauder è il complemento ideale di The Wolf of Wall Street.
In edicola e in versione pdf (visibile su tutti i PC, tablet e smartphone) nel nostro nuovo Negozio digitale, al costo di 1,79€
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta