Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
In una fase imprecisata del caotico conflitto jugoslavo, Kosta, un malinconico uomo di mezza età, amato da Milena, una donna del villaggio, sorella di un "signore della guerra" locale, vive trasportando latte ai combattenti, attestati presso il vicino fronte. Il suo destino sembra quello di dover sposare la suddetta donna; ma l'arrivo nel villaggio di una misteriosa italiana, che Milena ha "comprato" per darla in sposa al fratello, prossimo a ritornare nella casa familiare, lo sconvolge. Kosta e la donna, scoprono un'immediata affinità; tra dialoghi essenziali e giochi di sguardi nasce ben presto l'amore tra i due, che ha modo di trionfare nella seconda parte dell'opera, che racconta della fuga della coppia, inseguita da tre feroci combattenti, giunti nel villaggio per regolare una questione evidentemente legata al passato della misteriosa italiana. I tre si mostrano implacabili ed inseguono Kosta e la "Sposa" per monti e valli, senza però riuscire ad acciuffarli, perchè la coppia è protetta dall'intervento di elementi naturali, con i quali Kosta sembra avere un rapporto particolare. Kusturica pone la vicenda in un contesto di guerra civile, rappresentata come una sventura immotivata. I combattenti appaiono assolutamente demotivati; c'è chi è più "convinto", ma la maggior parte di essi non aspetta che la pace - o la "tregua" - per abbandonare postazioni e trincee e concedersi un momento di svago, di cui il villaggio nelle retrovie non è avaro. In tale località si vive alla giornata, con la consapevolezza che del giorno successivo non c'è certezza. Paradossalmente, però, la sventura giunge proprio quando una pace definitiva sembra raggiunta, nelle vesti di militari senza bandiera ma estremamente determinati. La seconda parte del film mostra costoro braccare spietatamente i due protagonisti; in questa fase diviene protagonista, altresì, un terzo personaggio, rimasto precedentemente sullo sfondo. La "Natura", intesa come un insieme agenti atmosferici, piante ed animali, prende coscienza e si oppone alla cattura dei due innamorati, riconoscendo la valenza benefica del loro sentimento, in contrasto alla forza distruttrice della guerra e della violenza in genere. in questa fase il film perde sempre più contatto con la realtà: la fuga dei due viene dilatata nel tempo e sembra protrarsi in una distanza lunghissima, tra ambienti diversi tra loro, ma sempre scarsamente umanizzati, senza alcun equipaggiamento e con poche soste. Gli spunti fantastici della prima parte vengono amplificati e mostrati in alcune sequenze particolari; la scarsa attinenza con la realtà di questa parte del racconto farebbe pensare che i due in realtà siano già morti, magari prima dell'inizio della fuga vera e propria, ma la conclusione, fin troppo "fisica" sembra smentire tale interpretazione. Dopo le deflagrazioni finali, la scena si sposta in avanti di alcuni anni e mostra il protagonista ancora presente sull'area dell'epilogo della fuga - dal quale evidentemente non si è mai allontanato - in quello che sembra un simbolico tentativo di "bonifica", e con addosso uno stato d'animo diviso tra rassegnazione e speranza. Kusturica si mostra valido nella recitazione, così come le due attrici che interpretano i personaggi femminili, la loquace e determinata Milena, e la silenziosa, enigmatica, ed altrettanto volitiva "Sposa". Evocative le ambientazioni, tanto il colorato villaggio ricostruito nella prima parte del film, nel quale convivono pace e guerra, tradizione e modernità, quanto i paesaggi della seconda parte del film, con montagne, fiumi, campagne. Infine, gradevole è la colonna sonora, che cointribuisce a definire il tono della narrazione, tra dramma, azione, venature d'ironia. Il ritmo del film è assai lento, ed alcune sequenze, seppure ben realizzate, finiscono per apparire "di maniera"; ciò comunque non rovina il piacere della visione di questo film, un racconto maliconico di contrapposizione tra forze del bene e del male.
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