Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
elisabeth dice che non c'è niente di più bello al mondo del fotografare le persone. lo dice dopo aver elencato tutti i colori e le infinite variante e tonalità, chiare e scure. studia fotografia e un giorno incontra rolf, che studia medicina perchè da bambino è stato molto malato e ha quindi deciso di dedicarsi alla cura. elsabeth e rolf si mettono insieme e di ritorno da una vacanza in motocicletta, lei è incinta e decidono di sposarsi. il sottotitolo italiano "l'insaziabile" che devo pur aver letto da qualche parte non è comunque del tutto fuorviante. il saluto che i tedeschi sostituiscono ai vari guten tag o guten appetit e quell'aggettivo un pò malandrino e ambiguo, danno l'idea di come elisabeth intepreti la vita. per come la vede lei, la vita va vissuta sposandosi e procreando, cercando un'intesa col partner che renda la vita degna di essere vissuta. c'è una scena molto bella dove heidi stroh, riesce a rendere così vera e sperimentalmente toccante, la visione della vita di elisabeth da azzerare le distanze tra cinema e vita reale. sta spiegando davanti alla telecamera come per lei deve essere la vita. rolf di lei dice: "riesce a scendere nel dettaglio fino ad appassionarsi alla vita", ma anche una volta che elisabeth si trasferisce nel nuovo mondo ribadisce che "ciò che si sfiora con mani amorevoli, diventa doppiamente bello". rolf invece non riesce a condividere le stesse sensazioni di elisabeth e anzi, vanno in senso diametralmente opposto. più lei sente un'empatia facendo e facendo figli(ne avranno 5), più lui si discosta alla ricerca di qualcosa a cui non riesce a dare un nome o un'entità. abbandona gli studi, se ne va a rotterdam a fare il manovale e torna. ma la voracità con la quale elisabeth pare saziarsi alla fonte della vita, pare invece rendere rolf inappetente. le tonalità di colori infinite che elisabeth riesce a vedere per rolf sembrano solamente un voler distinguere un grigio più chiaro da quello più scuro e basta. straziante la cronaca filmata del suicidio finale di rolf. così freddo, così meccanico, così dannatamente cercato per allontanarsi dall'insaziabile esigenza della compagna di (non più)vita. reitz sta letteralmente addosso ai suoi attori e questi lo ripagano con interpretazioni così mimetiche e naturali. bello, un film fresco e eternamente attuale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta