Regia di Gabriele Pignotta vedi scheda film
Andrea, nome proprio di ragazza con madre esotica, viene mollata all’altare e per questo cerca l’aiuto di uno psicanalista; Luca, fisioterapista a sua volta piantato prima ancora di arrivare all’altare, si trova al posto giusto al momento giusto e si spaccia per terapeuta per la bella soggetta ad attacchi di panico. Intanto Andrea, nome proprio di maschio italiano medio ma scarsamente alfabetizzato in materia d’internèt, si prepara a portare all’altare la sua Carlotta, che però, annoiata dalla routine di coppia, cerca il romanticismo chattando online con uno sconosciuto. Lo sconosciuto, ovviamente, è Andrea, e che la ronde, stancamente, cominci. Pignotta scrive dirige interpreta il suo primo lungometraggio, guardando alla commedia degli equivoci sofisticata, che nel suo caso significa epurare la farsa di pepe e volgarità (a parte qualche “mignottone”, i toni sono infantili e naïf come il guardaroba da shock cromatico di Chiara Francini) e confezionare gag basati sulla confusione tra le finestre di casa e quelle di Windows. Umorismo da prima serata televisiva, per pubblico generalista dai 12 anni in su, con un po’ di buoni sentimenti (c’è un fratello disabile come saggio confidente) e un poker d’attori talmente privi di direzione che spesso sembrano subire lo spazio scenico senza sapere dove collocarsi. Esilissimo, impalpabile, così démodé da suscitare tenerezza, oltre all’inevitabile noia.
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