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...a tutte le auto della polizia...

Regia di Mario Caiano vedi scheda film

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La recensione su ...a tutte le auto della polizia...

di undying
7 stelle

Uno dei pochi esemplari di poliziesco immerso in un clima whodunit, opera di due esperti giallisti (Pittorru e Felisatti), ispirati anche da precedenti pellicole di Massimo Dallamano. Tentativo, ben diretto da Mario Caiano, di trasportare su grande schermo il format della serie televisiva "Qui squadra mobile" (Anton Giulio Majano, 1973).

 

locandina

...a tutte le auto della polizia... (1975): locandina

 

Roma. Fiorella (Adriana Falco), figlia sedicenne del rinomato chirurgo Andrea Icardi (Gabriele Ferzetti), sparisce da casa dopo aver lasciato intendere di essere andata a trovare un'amica, sua compagna di scuola. Allarmati, i genitori chiedono aiuto alla polizia. Il capo della squadra mobile Carraro (Enrico Maria Salerno) - affiancato dal commissario Solmi (Antonio Sabato) e dall'ispettrice Altieri (Luciana Paluzzi) - inizia a indagare, scartando l'ipotesi del sequestro a scopo di ricatto. Con il supporto dell'unità cinofila, viene rinvenuto il corpo senza vita di Fiorella: uccisa con un colpo di pistola alla nuca, legata al suo motorino e gettata sul fondo di un lago. L'esame del medico legale (Attilio Dottesio) stabilisce inoltre che la ragazza era incinta. Le piste investigative procedono orientandosi verso varie ipotesi: potrebbe infatti trattarsi di un delitto passionale o, forse, essere invece legato a un giro di prostituzione minorile. Emergono infatti, dalle testimonianze di un guardone (Ettore Manni), indizi che portano a una villa, nella quale Franz (Marino Masé) organizza appuntamenti clandestini con ragazze minorenni, a base di droga e sesso.

 

"Non ho trovato sul corpo segni di endovenose. Se si drogava, non lo faceva con l'ago. La morte è stata provocata da una ferita d'arma da fuoco: il proiettile è penetrato in cavità cranica, con un foro d'ingresso nella regione occipitale e si è arrestato nella fossa cranica anteriore, al livello del tetto dell'orbita destra (...) L'esame della cavità uterina, ha dimostrato l'impianto di un prodotto di concepimento al terzo mese di gravidanza."

(Analisi del medico forense, Attilio Dottesio)

 

Antonio Sabato, Luciana Paluzzi

...a tutte le auto della polizia... (1975): Antonio Sabato, Luciana Paluzzi

 

Versione leggermente diversa, talvolta persino originale, del tema caro a Massimo Dallamano, trattato nella trilogia "schoolgirls in peril" (Cosa avete fatto a Solange?, La polizia chiede aiuto ed Enigma rosso).

... a tutte le auto della polizia... è uno dei pochi esempi di giallo perfettamente intrecciato con il poliziesco, accostabile per argomento a La polizia chiede aiuto. Trait d'union tra i due generi sono elementi [1] ben sviluppati in sceneggiatura dai giallisti Fabio Pittorru e Massimo Felisatti, già autori dei testi alla base del serial televisivo Qui squadra mobile (1973, Anton Giulio Majano), composto da episodi autoconclusivi che ruotano attorno alle indagini di un gruppo di investigatori della squadra mobile di Roma. Per questo adattamento cinematografico della serie televisiva, Pittorru e Felisatti traggono spunto dal loro romanzo A scopo libidine, contenuto nell'antologia di racconti "Violenza a Roma" (Garzanti, 1973). Unico attore che passa dal piccolo schermo (presente cioè in Qui squadra mobile) a quello più grande, destinato alle sale, è Elio Zamuto, caratterista di punta nel poliziesco in ruoli spesso di personaggio truce e violento, come appunto quello riservatogli anche in ...a tutte le auto della polizia... È inoltre emblematico che sia della partita, in una interpretazione significativamente importante, Enrico Maria Salerno: già in precedenza protagonista, in simile ruolo, sia ne L'uccello dalle piume di cristallo (Dario Argento, 1970), che ne La polizia ringrazia (Steno, 1972), due titoli considerati in linea di principio come apripista dei due filoni italiani, il giallo e il poliziesco. Il film è suddiviso in tre atti: una prima parte focalizzata sulla ricerca della ragazzina scomparsa; una seconda che mette in rilievo, con dettagli tecnici, il tipo di rilevazioni effettuate dalla scientifica (similmente a quanto visto in Una farfalla con le ali insanguinate di Duccio Tessari); l'ultima puramente thriller e gialla, con rappresentazione di tre delitti compiuti dal killer nel tentativo di zittire i testimoni e rivelazione finale dell'identità - nonché del movente - che si nasconde dietro la mano omicida. Si tratta quindi di una storia in buona parte conosciuta, ma reinterpretata da Mario Caiano (1933 - 2015) nel miglior modo possibile, persino con uno stile personale tipico del versatile regista capitolino, un autore che ha saputo trattare con talento e ottima tecnica ogni tipo di genere cinematografico, riuscendo quasi sempre a distinguersi dalla media [2]. 

 

scena

...a tutte le auto della polizia... (1975): scena

 

"Saranno gli anni, i rimpianti della gioventù, a fare da filtro ai ricordi abbellendoli?" [3]

(Mario Caiano)

 

Curiosità 

 

Per quelle indefinibili forme di sincronicità, a sottolineare un legame indissolubile con il titolo precedente diretto da Dallamano (La polizia chiede aiuto, 1974), ritroviamo in entrambe le pellicole - nel ruolo di medico forense - Attilio Dottesio. Non solo: persino le immagini della ricerca del corpo di Fiorella,  eseguita con cani addestrati, era già apparsa, tale e quale, nel citato film di Dallamano.

 

Nel ruolo generico di prostituta compare per un breve istante Ilona Staller: è ripresa in lontananza dalla polizia mentre si spoglia, attraverso i vetri della villa al centro dei ritrovi clandestini.

 

Antonio Sabato, Luciana Paluzzi

...a tutte le auto della polizia... (1975): Antonio Sabato, Luciana Paluzzi

 

Visto censura [4]

 

In data 27 agosto 1975, con nulla osta n. 67019, ...a tutte le auto della polizia... passa in censura con divieto ai minori di 18 anni e l'obbligo di due epurazioni:

1) taglio dell'inquadratura dal basso delle scene durante uno spogliarello della ragazza bruna;

2) rimozione del dettaglio del tampone di ovatta nella scena del ginecologo, a cominciare dal momento in cui il ginecologo si toglie i guanti.

Metri di pellicola accertati: 2796 (109'20").

 

Il ricorso dei produttori avviato per arrivare alla riduzione del limite d'età ottiene, il 24 febbraio 1976, risposta negativa da parte della commissione, verbalizzata nei seguenti termini:

"Visionato il film e sentita la parte interessata, all'unanimità si conferma il parere addotto dalla Comm. di I° grado, per le scene erotiche ripetute, per il congresso carnale nel bosco sotto lo sguardo di Manolo e per le continue scene di violenza verso le persone, rappresentate con particolari talvolta raccapriccianti."

 

A distanza di anni, in occasione di passaggi destinati all'home video, il film ottiene altri due V.C. dopo ulteriori, non meglio definite, rimozioni. La durata originaria, già al netto di due brevi tagli pari a 109'20", si riduce, progressivamente, prima a 98', quindi a 95' (pressoché coincidente con le versioni Shendene ed Alan Young):

 1) 6 dicembre 1985 (n.o. 80743): riduzione del divieto ai 14 anni. Metri di pellicola: 2687 (98');

 2) 27 ottobre 1998 (n.o. 92981), ulteriore derubricazione, con rimozione totale del divieto:

"La Commissione (...) esprime parere favorevole al n.o. senza limiti di età, tenuto conto del lungo periodo di tempo trascorso e dei tagli effettuati alla seconda edizione."

Metri di pellicola: 2605 (95').

 

 

NOTE

 

[1] Del giallo, troviamo qui un'indagine portata avanti dal commissario e dal capo della squadra mobile, il cui risvolto conclusivo è in stile whodunit, nonché una serie di delitti (messi in scena nel terzo atto), compiuti da un "assassino" ai danni di testimoni scomodi; definiscono invece il tema poliziesco lo schieramento di automezzi, la presenza d'un gruppo di spietati affaristi altolocati ma malavitosi, gli inseguimenti automobilistici e l'analisi dettagliata della polizia scientifica.

 

[2] Tra i titoli più celebri, diretti da Caiano, sono almeno da ricordare: Amanti d'oltretomba (1965), L'occhio nel labirinto (1972), I racconti di Viterbury (1973), Milano violenta (1976) e La svastica nel ventre (1977). 

 

[3] "Mario Caiano - Autobiografia di un regista di b-movies", EIF edizioni, pag. 102.

 

[4] Dal sito "Italia Taglia".

 

scena

...a tutte le auto della polizia... (1975): scena

 

"Chissà perché (...)

un po' più grandicelli

molti di loro

andavano a puttane

poi lo raccontavano e ne ridevano fieri.

Chissà perché 

a me non è mai riuscito.

Mi faceva schifo e ne avevo paura. 

E poi non ho mai capito 

come facevano a distinguere

una puttana da una non puttana. 

A me non riusciva."

(Antonio Infantino)

 

F.P. 14/05/2022 - Versione visionata in lingua italiana - "Shendene & Moizzi" (durata: 95'02")

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