Sarà perchè è un caposaldo della cultura americana, o più probabilmente per la metafora offerta dalla possibilità di ricomporre in scala ridotta la dimensione psicologica e sociale di un paese altrimenti inafferrabile, sta di fatto che il focolare familiare è stato spesso abitato da storie che ne hanno messo in crisi gli equilibri se non la sopravvivenza. Gli esempi che vengono in mente potrebbero occupare pagine di fogli protocollo ma quello più calzante potrebbe essere offerto da "I vicini di casa" - in americano "Neighbours"- ultimo film di un attore, John Belushi, di cui Seth Rogen, protagonista di questo "Cattivi Vicini" cerca di seguire le orme almeno per quanto concerne la tipologia umana messa in mostra nelle sue interpretazioni. Nel film diretto da Nicholas Stoller, il nostro insieme alla "moglie" Rose Byrne e alla loro figlioletta sono i componenti di una famiglia felice che vede andare in frantumi la propria tranquillità a causa di vicini a dir poco esuberanti. Zac Efron e i suoi amici sono infatti i membri di un sodalizio rumoroso e festante che sconvolge il vicinato con uno stile di vita all'insegna del motto "sex, drug and rock and roll", costringedo la coppia ad adottare soluzioni drastiche nel tentativo di farli desistere.
Costruito sul modello di commedia demenziale imposta da Jud Appatow, (scuderia da cui Stoller proviene) "Cattivi Vicini" punta le sue fiche sulla comicità politicamente scorretta del suo protagonista, e sull'effetto straniante prodotto dalla presenza di Efron e della Byrne, normalmente lontani, dal punto di vista dell'immaginario cinematografico, dall'"out of control" di cui Rogen si fa portatore. La sorpresa però ha breve durata, perchè dopo essere stati messi sullo stesso piano del loro debordante collega, ed aver dato prova di sapersi adattare al nonsense in cui questo si muove, le due reclute non riescono a salvare il film dalla routine di una storia che si limita a ripropone i cliche propri del genere, con party alla Animal House e virilità da bamboccioni, condite come sempre dalla solita dose di cattiverie politicamente scorrette. La morale sarebbe quella di dimostrare che nessuno è perfetto, non distinguendo più tra buoni e cattivi, ma alla fine la mancanza di dialettica tra i contendenti e una sceneggiatura tutt'altro che memorabile ha come unico risultato l'assoluto anonimato dell'operazione. Anche come aperitivo della stagione cinematografica che sta per riaprire i battenti, "Cattivi vicini" non si dimostra all'altezza del compito.
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